mercoledì 19 agosto 2015

Ritorna Tom Cruise/Ethan Hunt nella quarta "Mission: Impossible - Rogue Nation", mozzafiato e piena di sana ironia

Torna Ethan Hunt, ormai alter ego del protagonista e produttore della saga “Mission: Impossible”, l’inarrestabile Tom Cruise, con la quarta puntata, anzi missione, “Rogue Nation”, da un soggetto di Bruce Geller, sceneggiato e diretto con sicuro mestiere da Christopher McQuarrie.
E lo spettacolare gioco funziona ancora grazie ad una costruzione azzeccata, un’accuratissima resa tecnica – niente è impossibile per gli effetti speciali digitali – e una buona dose di ironia che, fortunatamente, ultimamente ha invaso la saga e tutto il cinema di azione sdrammatizzando situazioni e personaggi che, altrimenti, risulterebbero inverosimili o addirittura noiosi, anche perché non si può certo pretendere un profondo disegno psicologico di tutti personaggi.
L’inarrestabile Hunt però dovrà affrontare la più terribile delle minacce, il famigerato Sindacato, un'organizzazione criminale internazionale che ha come obiettivo la distruzione dell'IMF. Da Vienna a Casablanca, che si trovi a bordo di un aereo militare o in fondo agli abissi, Hunt si sposta continuamente sempre sul filo del rasoio e dovrà contrastare il pericolo grande di tutta la sua carriera di agente segreto, e sempre più senza l’appoggio della propria agenzia, ma non dei suoi cari e fedeli colleghi/amici vecchi e nuovi.
Sono proprio loro nelle due ultime avventure ad aumentare la dose di ironia e divertimento fra un inseguimento mozzafiato in moto o a bordo – si fa per dire – di un aereo in partenza, sull’asfalto o immerso nelle acqua profonde, dell’ormai più grande rivale di 007. Titoli di testa citazione-omaggio all’originale televisivo (anni ’60-‘70), ovviamente, in versione digitalmente aggiornata e corretta.
Quindi, due ore abbondanti (131’) e piacevoli per chi ama il grande spettacolo su grande schermo con tanta azione mozzafiato realistica ma ai confini della fantasia, dove i ‘nostri’ devono sempre e comunque salvare il mondo.
Tutto funziona anche grazie agli attori che assecondano il divo: dall’impagabile Simon Pegg (Benji Dun) al bravo e simpatico Jeremy Renner (William Brandt), il veterano Ving Rhamer (Luther Stickell), ma anche la rivelazione di questo quarto capitolo, l’attrice svedese Rebecca Ferguson nel ruolo della dark lady dello spionaggio internazionale Ilsa Faust, tanto affascinante quanto ambigua. Ma anche Alec Baldwin che interpreta un dubbio personaggio come Alan Hunley, accanto ad altri caratteristi: Zhang Jingchu (Lauren), Sean Harris (Solomon Lane), Tom Hollander (primo ministro), Jens Hultén (Janik Vinter) e Jorge Leon Martinez (agente Cia). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dal 19 agosto distribuito da Universal Pictures International Italia

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