giovedì 17 settembre 2015

Approda nei cinema "Per amor vostro" di Giuseppe M. Gaudino, il sorprendente e barocco ritratto di una donna che ritrova se stessa. Seconda Coppa Volpi per la Golino

In concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva nei cinema “Per amore vostro” di Giuseppe M. Gaudino, il film che ha fatto vincere la seconda Coppa Volpi all’intensa e sorprendente Valeria Golino, dopo quella ottenuta al suo primo film, “Storia d’amore” di Francesco Maselli (1986).
Una storia come le tante ambientate a Napoli, però vista da un punto di vista diverso, originale e coinvolgente perché è il ritratto di una donna che, dopo anni, decide di aprire gli occhi, di prendere coscienza di una condizione sociale ed esistenziale che non solo la costringe a vivere nell’ombra, anzi a ‘non vivere’ perché non riconoscendo il male diventa essa stessa il male.
Anna Ruotolo (Golino) vive da quarant’anni a Napoli, ma forse è già sepolta in un girone infernale e non se n’è accorta, anzi forse non ha mai voluto vedere e riconoscere i demoni che la circondano. Era stata una bambina spavalda e coraggiosa ma ora, tra sogni e incubi, si divide tra doveri familiari, un rapporto viscerale coi tre figli (il maschio è sordomuto) e un lavoretto precario.
Il marito è un ‘demone’ in libera uscita (uno strozzino che fa strani traffici) che quando si presenta a casa diventa indifferente oppure violento. L’occasione per uscire da quel grigio quotidiano, ritrovare se stessa e finalmente vivere libera, si presenta con il contratto di lavoro (suggeritrice in tivù) e la possibilità di un nuovo, vero, amore. Ma non è facile per nessuno fuggire dall’inferno in terra…
Formalmente sorprendente, “Per amor vostro” può risultare barocco – pur sempre napoletano, quindi eccessivo -, ma il più delle volte conquista ed emoziona. Girato in un bianco e nero da tardo neorealismo anni Cinquaanta, trova accenni di colori nelle sequenze oniriche, il film è il ritratto di una donna in trappola, diventata ‘complice’ per paura o per ‘comodità’ che scopre di non aver vissuto affatto.
La Napoli, poi, è una metropoli inedita, lontana mille miglia dal folklore (e la cartolina), ma anche da quella della camorra for export. Sullo sfondo c’è la malavita comune e quotidiana in cui viene coinvolta o travolta – secondo i casi - la gente comune, tra miseria, paura e disperazione. “Il progetto di questo film – scrive nelle note il regista -, raccontato attraverso realtà visive appartenenti alla cultura mediterranea e ad alcuni suoi riti inconsueti, si sviluppa su più piani.
Il legante è la sensibilità di una donna, Anna, che vive tutto in prima persona. E’ tutto visto attraverso la sua soggettività. Nulla accade ‘fuori scena’. Persino il paesaggio è visto, interpretato dal suo sguardo, come un oracolo quotidiano che lei deve decifrare. Un oracolo che la suggestiona e la condiziona”. Perciò per capire storia e situazioni bisogna entrare in sintonia con la protagonista, non pensare né sperare che reagisca come noi spettatori, né tantomeno giudicarla, ma casomai capirla, come fa Gaudino che la osserva, la segue e condivide i suoi sogni (bizzarri ma poetici) e i suoi incubi.
“La sua realtà ‘esterna’ – prosegue l’autore (suo il soggetto, sceneggiato con la compagna e collega Isabella Sandri e Lina Sarti) – però è fatta di eventi concreti, ineluttabili, che si presentano in un crescendo drammatico, duro. Anna lotta per affrontare tutto questo con l’atteggiamento di un’eroina. Un’eroina che ritrova via via il coraggio, in un incessante dialogo con i suoi sentimenti. Finalmente in contatto con la parte più vitale di se stessa”.
Bravi tutti gli attori che assecondano la protagonista, Massimiliano Gallo (Gigi Scaglione, il marito), Adriano Giannini (Michele Migliaccio, l’attore), Salvatore Cantalupo (Ciro Amoroso), Rosaria De Cicco (direttrice studio), Elisabetta Mirra (Santina Scaglione), Daria D’Isanto (Cinzia Scaglione) e Edoardo Crò (Arturo Scaglione), i figli; Virginia D’Abbrescia (madre di Anna), Roberto Corcione (padre di Anna), Massimo De Matteo (Salvatore Ruotolo), Simona Capozzi (Assunta Amoroso), Alfonso Postiglione (Don Vincenzo), Antonella Stefanucci (madre Anna giovane), Lello Radice (padre Anna giovane) e Sara Tancredi (Anna bambina). José de Arcangelo
(3 ½ stelle) Nelle sale italiane dal 17 settembre distribuito da Officine Ubu

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