venerdì 11 settembre 2015

"Dove eravamo rimasti" di Jonathan Demme con una Meryl Streep 'rockettara', madre assente e moglie in fuga dietro un successo che non arriva

Un ‘dramedy’ su misura per la pluripremiata mattatrice Meryl Streep e un nuovo personaggio-scommessa da aggiungere nella sua ormai interminabile galleria che, probabilmente, ha superato quella della mitica Katharine Hepburn, vincitrice di tre premi Oscar e di decine di candidature proprio come lei, e con tante canzoni e altrettante performance di “Ricki e The Flash”, cioè Meryl e la sua band nella finzione, ormai sulla scia della terza età, in bar e locali frequentati da ex ragazzi degli anni Settanta.
Il versante è quello sentimentale che parla di famiglia e passioni, di un passato da ricordare o da dimenticare, di rimpianti e rimorsi, di affetti voluti e/o non ricambiati, di rancori e ripicche, di odi e amori, di conflitti e riappacificazione. E, dopo la catarsi, quindi tutti vivranno ‘felici e contenti’.
Ecco questo è “Dove eravamo rimasti” (Ricki and The Flash), è la storia di un’eterna ‘rockettara’, Ricki Rendazzo, cantante e chitarrista rock, madre assente ed ex moglie da anni sostituita dall’ex marito Pete (Kevin Kline, tornano insieme sullo schermo dai tempi di “La scelta di Sophie”). Tutto o quasi messo da parte alla ricerca di un successo che non arriverà mai.
Diretto dal regista premio Oscar Jonathan Demme (“Il silenzio degli innocenti” e “Philadelphia”), è, infatti, incentrato sulla rockstar che, dopo aver fatto di tutto per rincorrere successo e celebrità, decide di ritornare a casa per recuperare il rapporto con la sua famiglia, dopo il traumatico divorzio della figlia interpretata da Mamie Gummer, figlia della Streep anche nella vita, e dell’imminente matrimonio del figlio.
“Jonathan è la persona che preferisco – afferma la sceneggiatrice Diablo Cody, premiata agli Academy Awards per la miglior sceneggiatura originale (la prima) per “Juno” -, tra tutte quelle con cui ho lavorato nella mia vita. Non credevo che si potesse tenere così tanto ai personaggi e alla sceneggiature di un film. Parlavamo in continuazione di quello che succedeva sul set e dello sviluppo della storia, che per certi versi ci ha ossessionati”. E poi aggiunge: “è una pellicola sul rock’n’roll ed è il racconto di una famiglia anormale”. Ma non troppo in fin dei conti visto che un po’ di luoghi comuni e stereotipi ci sono, diversamente di quello che accadeva nelle precedente sceneggiature della Cody, e alla fine tutto si aggiusta e la nostalgia fa sì che (quasi) tutti si aggiusti.
“Dobbiamo tutti convivere con gli errori del nostro passato - racconta la Streep -. Credo che Ricki vorrebbe che i figli la amassero di più e la capissero di più – e questo si chiama rimorso. Eppure ogni scelta compiuta le è chiara, e ne è più che consapevole. Vive sul momento, agisce d’impulso e questo per lei è imperativo e vitale. E’ stato piacevole interpretare il ruolo di una persona che non agisce come tutti si aspettano da lei. E’ come se dicesse, ‘Non posso essere diversa da quello che sono’.” Quindi un’opera dove la protagonista fa da traino per lo spettatore e dove Demme mette al suo servizio un sicuro mestiere messo a punto in oltre quarant’anni di carriera. Senza eccessi e senza scatti, come le emozioni che sono un po’ velate, a tratti implose.
Infatti, Demme ribatte: “Ricki Rendazzo è certamente una Meryl Streep che non abbiamo mai visto prima. E’ straordinario che la Streep continui ad accettare ruoli che sono più propriamente delle sfide – e dà vita a personaggi decisamente ‘difficili’, come la terribile strega di ‘Into the Woods’. Interpreta tanti personaggi estremi e in questo film, Ricki è senza meno un personaggio estremo, ma Meryl la interpreta con tanta naturalezza. E’ una vera e autentica cantante e chitarrista, una vera donna del 21° secolo”.
Infatti, se la storia non è proprio originale e la forma è quella tradizionale, un film che vale la pena vedere per l’ennesima sfida, vinta, della protagonista e del cast che l’asseconda, di cui fanno parte anche Audra McDonald (Maureen), Sebastian Stan (Josh), Rick Springfield (Greg), attore, compositore, scrittore e vero chitarrista con la sua vera chitarra, una SG del ’69; accanto ad altri musicisti/attori come Bernie Worrell alle tastiere, Rick Rosas bassista, Joe Vitale batterista per la mitica tournée di Crosby, Still & Nash. La fotografia è di Declan Quinn, da “Kamasutra” a “Via da Las Vegas”. José de Arcangelo
(2 ½ stelle) Nelle sale italiane dal 10 settembre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia in 230 copie

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