venerdì 11 settembre 2015

"Non essere cattivo", l'opera postuma di Claudio Caligari, sorprende e commuove critica e pubblico, e raccoglie numerosi premi 'collaterali' alla 72a. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

Sorprende e commuove il film postumo di Claudio Caligari, il non prolifico autore di “Amore tossico” (1983) e “L’odore della notte” (1998), scomparso poco dopo aver ultimato il montaggio di “Non essere cattivo”, un dramma ambientato nella periferia romana negli anni Novanta, già spia del nostro tempo, segnato da degrado (morale) e incerto futuro.
Ma il fatto che Caligari abbia realizzato solo tre film in oltre trent’anni non è stato, ovviamente, colpa sua, ma di un’industria cinematografica sempre meno attenta ad opere e autori che illustrino la più dura e cruda realtà italiana, come faceva negli anni Sessanta il giovane Pier Paolo Pasolini, grazie al suo produttore Alfredo Bini, non a caso anche lui ricordato da un documentario presentato proprio alla 72°. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove il film di Caligari è stato proiettato come evento speciale, fuori concorso, raccogliendo
consensi da critica e pubblico. E una serie incredibile di premi collaterali: il Premio Francesco Pasinetti come miglior film 2015 per il quale sono state segnalate le interpretazioni di Luca Marinelli (Pasinetti maschile Venezia) e di Alessandro Borghi (Nuovo Imaie Rivelazione su indicazione della giuria SNGCI e SNCCI); Premio Film della Critica (SNCCI), Premio Schermi di Qualità, Premio FEDIC (Federazione Italiana Cineclub), Premio Gillo Pontecorvo Arcobaleno Latino, Premio Codacons 2015, Premio Assomusica “Ho visto una canzone” 2015, Premio della critica sociale “Sorriso Diverso Venezia 2015” e Premio Gianni Astrei Fiuggi Family Festival.
Infatti “Non essere cattivo” è stato realizzato grazie al diretto interessamento di Valerio Mastandrea (protagonista de “L’odore della notte” diventato suo amico) produttore che ha contattato persino Martin Scorsese e alla fine è riuscito a trovare una serie di partner, quindi il film è stato prodotto da Kimerafilm con Rai Cinema e Taodue Film in collaborazione con Leone Film Group e in associazione con BNL Gruppo BNP Paribas (ai sensi delle norme sul tax credit).
La storia è ambientata ad Ostia nel 1995: Vittorio (Alessandro Borghi) e Cesare (Luca Marinelli) son due ventenni amici da sempre, ‘fratelli di vita’. Una vita di eccessi: discoteca, macchine potenti, alcool, droghe sintetiche e spaccio di cocaina. Vivono in simbiosi ma hanno anime diverse, entrambi alla ricerca di una loro affermazione. Ma l’iniziazione all’esistenza per loro ha un costo altissimo e Vittorio col tempo inizia a desiderare una vita diversa. L’occasione approda con Linda (Roberta Mattei), ragazza madre, e per salvarsi prende le distanze da Cesare, che invece sprofonda inesorabilmente.
Tempo dopo Vittorio cerca di coinvolgere l’amico nel lavoro in cantiere e Cesare, dopo qualche resistenza accetta. Sembra finalmente intenzionato a cambiare vita, frequenta l’ex di Vittorio, Viviana (Silvia D’Amico), e sogna di costruire una famiglia anche lui, però il richiamo della strada non si fa aspettare. Nonostante le continue cadute dell’amico e anche a dispetto delle discussioni che deve affrontare con Linda, Vittorio non abbandona mai del tutto Cesare, in virtù del legame fortissimo che li unisce e nella speranza di poter guardare al futuro con occhi nuovi. Insieme. Ma la tragedia è in agguato.
Un dramma realistico, sobrio, senza retorica né sbavature né cadute; è il thriller dell’anima di due ragazzi in lotta per la sopravvivenza in un mondo sempre più indifferente che non offre una strada ‘giusta’ da seguire, né un futuro possibile e vivibile, che non premia ma, forse, nemmeno punisce.
Ottimo il lavoro degli attori – e non solo i due protagonisti -, mai sopra le righe, tanto da sembrare proprio dei veri ‘ragazzi di vita’, e la sceneggiatura di Caligari con Giordano Meacci e Francesca Serafini non solo offre caratteri e situazioni realistiche e credibili, ma anche dei dialoghi – una delle rare volte nel nostro cinema – giusti e verosimili. Tutto questo contribuisce a coinvolgere lo spettatore attraverso le emozioni, che sono l’essenza del cinema. E non è mai poco, soprattutto quando sono le immagini a ‘parlare’, a raccontare un quotidiano che ci circonda, anzi in cui siamo immersi tutti, ieri come oggi.
Come accennavamo più su, il riferimento è Pasolini, ma anziché ritornare sui luoghi di allora, o di trent’anni fa, Caligari ha intuito quello che poteva fare veramente oggi: “non un semplice spaccato fenomenologico del nuovo mondo tossico, ma più ambiziosamente la fotografia dell’esito finale del mondo pasoliniano”.
“Osservando le attuali periferie e borgate – ha scritto il rimpianto regista nelle note -, immergendosi in quegli ambienti, viene subito da pensare a come oggi suonerebbero assolutamente falsi e fuori luogo quei destini e quei finali cristologici che portavano personaggi come ‘Accatone’, l’Ettore di ‘Mamma Roma’, lo stracci della ‘Ricotta’, e ancora il Cesare di ‘Amore tossico’, a morire come dei novelli Cristi. Oggi ogni dimensione religiosa è perduta; oggi ‘Accatone’ va in discoteca, consuma e spaccia cocaina e pastiglie e se poi le cose volgono fortunosamente in positivo al massimo può venire fuori un finale simile a quello che in ‘Rocco e i suoi fratelli’ suggellava il destino operaio di Ciro, anche se non più nella declinazione viscontiana anni Sessanta, ottimista e positiva della grande industria. Un finale di lavoro che per quei ‘terroni’ spinti al Nord dalla miseria già allora risultava inglobante e omologante al resto della società: un finale di lavoro che oggi in borgata pur arrivando con quattro decenni di ritardo, quando è ormai in crisi e latita nelle parti più avanzate della società, ugualmente sanziona la definitiva, totale, irreversibile omologazione dell’alterità borgatara”.
Infatti, in “Non essere cattivo” niente risulta falso o artificioso perché la descrizione e l’interpretazioni non sono mai sopra le righe, ma nemmeno sottotono. Non è un mondo diviso tra buoni e cattivi, ma fatto soltanto di uomini sempre in bilico tra bene e male, costretti a scelte estreme, a sacrifici, a sogni destinati ad infrangersi come le loro esistenze. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dall’8 settembre distribuito da Good Films

Nessun commento: