mercoledì 2 settembre 2015

Ritorna sul grande schermo un gustoso ed ironico telefilm anni '60: "Operazione U.N.C.L.E." con la coppia Henry Cavill-Armie Hammer

Ritorna sul grande schermo una popolare serie televisiva anni Sessanta (’64-‘68), ovvero “The Man from U.N.C.L.E” (da noi “Organizzazione U.N.C.L.E.) in una divertente e piacevole trasposizione per tutti.
E’ la nuova fatica del regista Guy Ritchie, “Operazione U.N.C.L.E.” che, visto che il telefilm – creato da Sam Rolfe - è nato negli anni della guerra fredda sulla scia del cinematografico agente 007, non poteva che essere ambientato in quel decennio quando il confronto armato Usa-Urss era sempre sul punto di provocare la Terza guerra mondiale nucleare.
Il serial, infatti, che si auspicava la pace e la distensione all’insegna dell’ironia, faceva incontrare e collaborare due agenti ‘nemici’ che pian piano diventavano amici per la pelle: l’americano della Cia Napoleon Solo e il russo, anzi sovietico, del Kgb, Illya Kuryakin. E il nuovo film non poteva che essere quello che era stato allora il ‘pilot’, cioè l’episodio iniziale in cui i due si vedono per la prima volta costretti a collaborare e a formare un’inseparabile coppia, due agenti speciali che solo ‘lavorando’ insieme si completano. Il
telefilm, invece, era uno dei primi ad essere spesso ambientato veramente in Europa; il nuovo lungometraggio è ambientato nella maggior parte, niente meno che a Roma e dintorni, anzi tra la capitale italiana, Napoli e Berlino. Inoltre, anche per l’originale erano stati girati ‘episodi’ destinati alle sale cinematografiche e usciti anche da noi: “La spia che non fece ritorno” e “La spia dal cappello verde”, però nel resto del mondo ne sono usciti anche altri, perché allora la televisione a colori non era nemmeno arrivata in tutta Europa.
Oggi al posto di Robert Vaughn (Solo) e David McCallun (Kuryakin) ci sono ‘L’uomo d’acciaio’ Henry Cavill e ‘The Lone Ranger’ Armie Hammer, altrettanto prestanti e simpatici al punto giusto. Alla regia c’è comunque un divertente e divertito Ritchie che rimette in gioco lo stile del suo gustoso “Sherlock Holmes”, la vivacità, i colori e il design (pop) dei favolosi anni ’60, svelando di essere stato un fan del serial.
In mezzo a loro due, l’attivissima, bellissima e giusta in ogni occasione (leggi genere), attrice svedese Alicia Vikander, da “Royal Affair” a “Ex Machina” e l’imminente “Danish Girl”; che interpreta l’ambigua figlia del professore, sempre vissuta nella Germania dell’est facendo la garagista, ma una volta ad Ovest ovviamente ci vuole restare.
Sceneggiato dal regista e Lionel Wigram, da un soggetto degli stessi con Jeff Kleeman e David C. Wilson, narra una vicenda che si svolge, come dicevamo, in piena guerra fredda: Napoleon e Illya sono costretti a mettere da parte le ostilità e a fare squadra per fermare una misteriosa organizzazione criminale che minaccia di destabilizzare il fragile equilibrio del potere con la proliferazione di armi e tecnologia nucleare. Ma l’unica traccia che possono seguire è quella della figlia di uno scienziato tedesco sparito nel nulla, la chiave per infiltrarsi nell’organizzazione criminale. Però devono lottare contro il tempo per trovare l’uomo e salvare il mondo dalla catastrofe.
Ottima e coloratissima l’ambientazione grazie alla fotografia di John Mathieson, alle scenografie di Oliver Scholl e ai costumi di Joanna Johnston. Nel cast anche Elizabeth Debicki (Victoria); Jared Harris (Sanders), Luca Calvani (Alexander) e Hugh Grant (Waverly). José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 2 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia

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