mercoledì 30 settembre 2015

Una delicata commedia sentimental-brillante per la coppia Margherita Buy-Sabrina Ferilli: "Io e lei" firmato Maria Sole Tognazzi

“E’ una storia d’amore, ovviamente omosessuale, una commedia sentimentale non un film di denuncia, ma all’insegna della normalità – esordisce la regista Maria Sole Tognazzi alla presentazione stampa romana di “Io e Lei” -, con questa cifra credo abbia una valenza uguale a tutte le altre. Tutte le storie d’amore sono uguali, perciò in questo modo diventa democratica e, quindi, politica, ma è una storia normalissima”.
Infatti, è la storia di Federica Salvini (Margherita Buy) e Marina Baldi (Sabrina Ferilli) che vivono insieme da diversi anni. Vengono da percorsi diversi, hanno caratteri e modi di vita differenti, discutono e si amano come tutte le coppie del mondo. La loro storia d’amore è a un punto di svolta. Proprio quando Marina pensa che ormai si possano considerare una coppia stabile. Federica, mossa da una serie di accadimenti (era stata sposata e ha un figlio adulto) entra in crisi. E comincia a porsi delle domande. Con chi vorrebbe dividere la propria vita? Chi ama veramente? E lei davvero, chi è?
Una commedia sentimental-brillante, passionale, quotidiana e molto combattuta, come una piccola battaglia in cui vince solo chi sa lottare per la felicità e, alla fine, riesce ad accettarsi così com’è. A patto di capire dove sia, appunto, la felicità.
“Ci siamo dette arriverà il giorno in cui dovremmo confrontarci – ribatte Margherita Buy -, perché ci sono ancora delle cose da risolvere e da discutere in questa nostra società arretrata, volevamo portare non bandiere ma una storia diversa per vedere cosa succede. Una coppia femminile che si ama a confronto con gli altri, infatti spesso si tratta di un grosso fatto di egoismo il non voler capire i problemi di chi ha qualcosa di diverso rispetto alla cosiddetta normalità”.
“Ognuno viene da strade diverse – chiosa Sabrina Ferilli -, noi abbiamo fatto un film ma non ci possiamo prendere merito o responsabilità di questa cosa, è volontà del regista che ha voluto dire qualcosa. Sono 21 anni che faccio questo mestiere e sono da sempre attenta a quello che succede nel nostro paese, ho partecipato alle battaglie in difesa o tutela di qualcosa che ritenevo giusto. La sceneggiatura (di Ivan Cotroneo, Francesca Marciano e la regista ndr.) mi ha convinto subito perché particolare, dato che gli sceneggiatori, per fortuna, hanno spesso approcci diversi come in questo caso.
‘La vie d’Adele’ è più carnale, sessuale; poi c’è stato un film canadese che l’affrontava dal punto di vista della malattia. Il nostro racconto più che un fatto è un tema, una storia dai risvolti in cui ci riconosciamo tutte, in un paese che lascia per strada tutte le minoranze, dalle coppie gay a quelle sterili, figuriamoci chi non è ‘normale’. Sono stata spesso su internet con un nickname e mi sono trovata con posizioni del tipo ‘non si può dare spazio a tutti i desideri’ che confondono omosessualità con pedofilia, o mettono sullo stesso piano la bigamia, c’è tanta ignoranza, forse, per paura. E questo film non divide né mette paura, dimostra che queste donne sono normali, che non alterano nessun meccanismo civile o sociale. Maria Sole ha la capacità di togliere, di essere in punta di piede che in questo paese è un bene, perché il tema è delicato e toccante. La ringrazio per avermelo proposto”.
Infatti, la commedia è tanto delicata quanto elegante, mai sopra le righe; non si affida alla provocazione né allo ‘scandalo’, casomai alla tenerezza. Inoltre, la coppia protagonista è ben affiatata, senza mancanze né eccessi. “Avevo molta voglia di lavorare con Sabrina – afferma la Buy -, abbiamo lavorato sulle diversità e su ciò che ci accomuna, abbiamo lo stesso modo di vedere il lavoro e la vita, siamo persone molto serie. Lei è intelligente, presente e attenta alle cose, io più svagata, a volte assente. Ci compensiamo”.
“Ci piacevamo da tempo – ribatte Ferilli -, poi è arrivata la proposta di Sole. Margherita è la miglior attrice italiana, un connubio di talento e tecnica, con una capacità felina davanti alla macchina da presa. Io sono un po’ psicotica su alcune cose, come lei su altre. Di solito esco con medicine per qualsiasi malattia ma non sto mai male, lei invece è una malata immaginaria che gira senza medicine. Io difficilmente ho fame ma mi porto sempre qualche snack, mentre lei mangia in continuazione ma non ha nemmeno una caramella. Ognuna ha le sue manie e mi è piaciuto prendermi cura di lei”.
“La narrativa in questo caso è semplicissima – dice Francesca Marciano -, una storia normale su una coppia dello stesso sesso, l’abbiamo creata non associandola a tragedie o discriminazioni, o come accade nelle commedie dove gli omosessuali vengono rappresentati spesso come macchiette o cliché, ma dando ai personaggi una tridimensionalità con tutte le sfumature del caso, raccontandoli dal basso e da vicino. Anche perché la gente nel nostro paese è più avanti di quanto lo sia chi ci governa”.
“Ci divertiva il fatto di scrivere una commedia sentimentale con la coppia Buy-Ferilli – chiosa Cotroneo -, come succede con una coppia etero, una commedia che somiglia a tante altre e ripercorre passaggi e stereotipi delle commedie sentimentali, un po’ come in ‘Thelma & Louise’ col road movie, e farla uscire in un paese che è stato condannato e costantemente ripreso su questo argomento dalla Corte Europea per i diritti civili”.
“Io e lei’ nasce dal desiderio di raccontare le donne che incontro continuamente nella vita – dichiara la regista – e che in genere hanno poche possibilità di diventare soggetti di racconto. E’ una riflessione cominciata con ‘Viaggio sola’ e che continuo in questo film: anche ‘Io e lei’ racconta, in una declinazione differente, la possibilità di fare una scelta libera. Mi piace raccontare donne autonome, molto più forti di quanto si creda, capaci di scegliere la propria vita, senza preoccuparsi del giudizio del mondo. ‘Io e lei’ è un invito a non avere paura di scegliere di essere fino in fondo se stessi”.
E ricorda uno degli ultimi grandi successi del padre, Ugo Tognazzi: “C’è anche un piccolo e pudico omaggio – conclude - dopo tanti anni, a un film che ha segnato una svolta nel costume del nostro Paese e che per motivi famigliari mi è molto vicino, quel ‘Vizietto’, che sdoganò per le generazioni a venire un certo modo di trattare l’omosessualità, con divertimento e senza recriminazioni”.
Nel cast di questa piacevole e delicata commedia anche Fausto Maria Sciarappa (Marco), Alessia Barela (Camilla), Domenico Diele (Bernardo), Antonio Zavattiere (Carlo) Anna Bellato (Anna), Massimiliano Gallo (Stefano) e con Ennio Fantastichini (Sergio). La fotografia è firmata Arnaldo Catinari, il montaggio Walter Fasano e le musiche Gabriele Roberto. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dall’1 ottobre distribuito da Lucky Red

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