giovedì 29 ottobre 2015

Arriva "Giotto, l'amico dei pinguini", un simpatico pastore maremmano combinaguai che ha salvato dall'estinzione i pinguini 'nani' australiani

Una gustosa favola ecologica d’amicizia non solo tra esseri umani, ma anche tra uomo e cani, e tra animali stessi, soprattutto perché ispirata a un’incredibile storia vera – sceneggiata da Peter Ivan. Una piacevole avventura, non solo per bambini, dove gli animali sono i veri protagonisti. “Giotto, l’amico dei pinguini”, diretto da Stuart McDonald, riesce a fondere dramma, avventura e documento in modo efficace, offrendoci uno spettacolo che coinvolge, diverte ed emoziona, visto che i buoni sentimenti, per fortuna, esistono ‘ancora’ nella realtà.
Giotto è un simpatico ‘cagnolone’ combinaguai, un bellissimo e dolcissimo pastore maremmano che scodinzola felice in giro per la cittadina di Warrnambool (magnifica location), una ridente località australiana sul mare. Nella fattoria del suo padrone Swampy Marsh (Shane Jacobson), ognuno ha il suo compito, e quello di Giotto è fare la guardia alle galline, anche se lui preferisce stare in casa sul divano o fare delle catastrofiche incursioni in città, tanto che un severo giudice lo confina nel recinto della fattoria, col divieto assoluto di uscirne.
Nel frattempo, i piccoli pinguini che abitano Middle Island, l’isolotto di fronte alla costa e curati dalla figlia di Swampy, Emily (Sarah Snook) sono minacciati dai continui attacchi delle volpi che ormai hanno imparato ad attraversare il canale. L’intera cittadina è preoccupata per le sorti dei pinguini - che proprio lì figliano - e, per caso, Giotto si rivela un ottimo ed amorevole protettore dei pinguini, grazie alla complicità del vecchio Swampy e della nipotina.
Ma, come in ogni storia che si rispetti, sia nella realtà che nella finzione, c’è un ‘cattivo di turno’. Ovviamente si tratta di qualcuno che specula sulla vicenda perché, se non ci fossero più pinguini, l’isola potrebbe diventare l’affare del secolo. Per fortuna, nella vita come nel film, tutto è finito bene, salvando i pinguini, il paesaggio e l’ambiente al tempo stesso, smascherando i veri colpevoli.
“Il cuore e l’anima di questo film è la storia vera che c’è dietro – ha detto il regista -. Quando ho cenato col vero Swampy, gli ho chiesto perché lo avesse fatto, considerando che ha impiegato molto tempo, denaro ed energie a occuparsi dei pinguini. Lui mi ha risposto che erano dei simpatici piccoletti e che avevano bisogno di una mano. Da quel momento, ho usato questa frase come una sorta di bussola morale, che ci doveva far capire chi fosse veramente Swampy”.
“Il film è un ‘buddy movie’ – aggiunge -, con due personaggi che di solito non vanno d’accordo: un nonno e una nipote”. E naturalmente un cane e dei dolcissimi pinguini ‘nani’. Nell’efficace cast anche Coco Jack Gillies (Olivia), l’americano Alan Tudyk (Bradley Slater), Richard Davies (Jack Jones), Deborah Mallman (sindaco Lake) e il pastore maremmano Kai (Giotto). José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 29 ottobre distribuito da Microcinema

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