venerdì 9 ottobre 2015

Arrivato il gustoso sequel di "Hotel Transylvania", sempre diretto da Genndy Tartakovsky, con le voci italiane di Claudio Bisio, Cristiana Capotondi e Paolo Villaggio

E’ arrivato nei cinema italiani il sequel di “Hotel Transylvania” (2012), sempre diretto da Genndy Tartakovsky, prodotto dalla Sony Pictures Animation, stavolta sceneggiato dallo stesso Adam Sandler (voce del protagonista, Dracula) e Robert Smigel. Una rivisitazione/omaggio alla galleria di personaggi dei classici del cinema horror e fantastico in chiave di commedia d’animazione ancora godibile e divertente tanto quanto la prima.
Sono tornati, quindi, i già amati Conte Drac(ula) – voce italiana di Claudio Bisio -, la figlia Mavis (Cristiana Capotondi) e il neo marito Jonathan (il film inizia con le loro nozze), assecondati dai coniugi Frankenstein, dalla famiglia di lupi mannari, ovvero Wayne e Wanda; Murray la mummia, Griffin, l'uomo invisibile e di tanti altri simpatici personaggi vecchi e nuovi, che
all'improvviso devono affrontare l'arrivo di un nuovo ospite, anzi più di uno. In primis, l’agognato figlio (vampiro o umano?) di Mavis e Jonathan e, dopo i suoceri, apparentemente non ‘mostruosi’ di lei, anche il leggendario nonno Vlad (voce originale di Mel Brooks e italiana di Paolo Villaggio).
Ed è soprattutto sul dilemma del nipotino – dai capelli rossi come il papà - che poggia la storia, visto che nonno Drac e bisnonno Vlad sperano ‘vivamente’ che al piccolissimo erede spuntino i canini e spicchi il volo. Tanto da approfittare di un viaggio dei genitori in California, per fargli un corso accelerato di ‘vampirismo’.
Tra rapporti genitori e figli, normalità (mostruosa) e mostruosità (normale), citazioni e riferimenti, sketch e gag riuscite o meno, un piacevole lungometraggio d’animazione – ancora firmato Tartakovsky e quindi visivamente riuscito - che con ritmo vivace unisce tradizione del tratto e nuove tecnologie (anche in 3D), intrattiene i bambini e diverte gli adulti con ‘i cari mostri’ di una volta, pieni zeppi di vizi e virtù tanto quanto i presuntuosi e razzisti ‘colleghi’ umani.
Unica pecca, forse, una sceneggiatura un po’ povera rispetto a quella del primo capitolo, soprattutto perché non sfrutta fino in fondo le idee nuove limitandosi ad aggiornare i precedenti, ma per fortuna a riempire scene e tempi morti ci pensa Tartakovsky con le sue gustose e grottesche gag visive. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dall’8 ottobre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia

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