lunedì 19 ottobre 2015

Da "Alice nella città" ai cinema italiani, il ritratto di cinque sorelle alle prese col tragico destino che una società ferma e repressiva impone loro: "Mustang" di Deniz Gamze Erguven

Presentato in anteprima italiana ad “Alice nella città”, il festival autonomo e parallelo, nell’ambito della Festa del Cinema (e a fine mese nelle sale italiane distribuito da Lucky Red),“Mustang” della regista Deniz Gamze Ergüven, alla presenza dell’autrice approdata nella capitale per presentarlo. La giovane regista, nata ad Ankara, racconta un lato controverso della sua Turchia, attraverso la vicenda di cinque adolescenti alle prese con le scoperte che la loro età affronta, e il difficile destino alle quali la società ferma e repressiva che le circonda impone loro.
Un coinvolgente dramma adolescenziale che affronta la condizione delle donne, ancora sottomesse, anzi prigioniere, nella società cosiddetta civile contemporanea. Di produzione francese, l’opera prima di Deniz Gamze Ergüven, dopo essere stata presentata con ampio successo alla Quinzaine des Réalisateurs dell’ultimo Festival di Cannes, è stata proposta dalla Francia alle nomination dei prossimi premi Oscar per il miglior film straniero.
All'inizio dell'estate, in un villaggio del nord della Turchia, le sorelle Sonay (Ilayda Akdogan), Selma (Tugba Sunguroglu), Ece (Elit Iscan), Nur (Doga Zeynep Doguslu) e Lale (Günes Nesihe Sensoy), tornando da scuola, giocano innocentemente con i loro coetanei maschi. Ma quando i loro giochi diventano ‘dissoluti’ (portate in spalla dai compagni) si scatena una sorta di scandalo con conseguenze impreviste: lo zio praticamente le costringe all’umiliante ‘verifica di verginità’, le chiude in casa e non potranno più uscirne nemmeno per andare a scuola, tenute sotto il severo controllo della nonna e delle zie.
La casa diventa man mano una vera prigione, sono costrette a seguire corsi di pratiche ed economia domestiche che sostituiscono le scuole superiori e si cominciano a combinare i matrimoni delle più ‘grandi’ con i figli delle famiglie più vicine. Ritratto di cinque sorelle, dal diverso carattere e dalle reazioni differenti, ma tutte animate dal desiderio comune di libertà, che si ribellano ai limiti loro imposti. Però non tutte riusciranno a cambiare il loro tragico destino.
Il tutto visto attraverso lo sguardo e il punto di vista della giovanissima Lale che è, forse, la più disposta alla ‘fuga’ non solo virtuale, tanto da tentare, ogni volta che può, una via di fuga, anche quando lo zio finirà per far mettere un recinto e inferriate intorno alla loro villetta. Un dramma forte, potente e al tempo stesso delicato, ovviamente tutto al femminile che - evitando retorica e luoghi comuni –, e anche attraverso piccoli gesti quotidiani, ci fa riscoprire un mondo che spesso dimentichiamo o non vogliamo vedere, anche se duro a morire persino in qualche sperduto angolo dell’Occidente.
"Alcuni episodi narrati nel film appartengono al passato della mia famiglia – dichiara la regista -, il piccolo scandalo che le ragazze provocano con i loro giochi l’ho vissuto personalmente. Altri non sono ricordi miei ma appartengono a mie amiche o conoscenti, come quello in cui le ragazze vengono punite fisicamente per il loro atteggiamento. La pellicola non è proprio uno specchio della realtà ma una sorta di immagine caleidoscopica in modo che in ogni scena troviamo un riflesso di realtà mischiato con elementi di pura finzione propri della narrativa cinematografica". Il suo film coinvolge soprattutto perché lo spettatore potrà riconoscere dei fatti che ogni generazione ricorda perché i giovani li avranno sentiti raccontare dai nonni, gli adulti da genitori e anziani. E il titolo si ispira ai magnifici cavalli omonimi, razza libera e selvaggia, anzi ribelle.
"I Mustang sono cavalli selvaggi - dice l'autrice - che simboleggiano perfettamente le mie cinque eroine, il loro temperamento indomabile focoso. E, persino visivamente, le loro capigliature ricordano delle criniere, il loro scorrazzare nel villaggio ricorda quello di un branco di mustang... E' la storia procede velocemente, qualche volta a tamburo battente. Per me il centro del film è proprio questa energia, che somiglia a quella dei mustang del titolo". Brave e naturali le giovani protagoniste afficante da Ayberk Pekcan (Erol), Burak Yigit (Yasin), Erol Afsin (Osman), Suzanne Marrot (zia Hanife), Serife Kara (prozia), Aynur Komecoglu (zia Emine) e Nihal Koldas (nonna). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 29 ottobre distribuito da Lucky Red

Nessun commento: