lunedì 19 ottobre 2015

Un ritratto inedito della diva, della donna, della madre nel documentario "Io sono Ingrid" di Stig Bjorkman, voluto dalla figlia Isabella Rossellini

Un documentario nato da un incontro tra il regista Stig Björkman e Isabella Rossellini, la figlia dell’attrice Ingrid Bergman che gli ha proposto di “fare un film su mamma”.
“Io sono Ingrid” (Jag är Ingrid), infatti, si sviluppa con i racconti della Rossellini e dei suoi fratelli (Roberto, Ingrid e la maggiore Pia Lindstrom, nata dal primo matrimonio con Peter), con i suoi ricordi d’infanzia, ma anche attraverso filmati inediti della stessa diva e di altri familiari e amici, lettere, diari e interviste ad amici e colleghi.
Un ritratto inedito di Ingrid donna e madre, attrice e ‘regista’ di se stessa, che va oltre il suo essere stata una diva negli anni d’oro di Hollywood, per un decennio, seguito dal fatale incontro con Roberto Rossellini (otto anni di matrimonio), per cui la grande star fu punita dalla bigotta e moralista America degli anni Cinquanta (aveva lasciato marito e figlia!), e il terzo matrimonio a Parigi (altri vent’anni) con il connazionale Lars.
Trasferitasi infine a Londra, continuerà a dividersi fra teatro e cinema. Ingrid, donna e madre, però raggiungerà i suoi figli ogni volta finito il lavoro, sia per raggiungerli a Roma (nella villa di Santa Marinella, “siamo stati cacciati dal Paradiso” confessano loro quando è stata venduta), oppure nell’isola svedese del terzo marito, o a chiamarli a sé nell’Hotel Raphael di Parigi dove risiedeva durante il soggiorno parigino.
Una donna senza radici, anzi che non le voleva proprio come confessa in un’intervista televisiva, perché forse erano quelle del cinema, alle quali tornava sempre e comunque, attirata da “la libertà che sento davanti alla macchina da presa”, diceva, quella libertà che l’aveva aiutata a superare le perdite, prima la madre, poi l’amato padre e amico, con cui iniziò a fotografare e filmare lui, i luoghi e se stessa.
Una donna libera anche d’amare, perché anche in questo caso coglieva l’attimo, come quella relazione con Robert Capa, ‘fughe d’amore’ che sono una parte ‘preziosa’ della sua vita; lei piena di fascino (charme) come sostiene Isabella, di coraggio come afferma Roberto. Quella che a Hollywood è passata “da santa a puttana e un’altra volta santa”, dichiara a proposito del suo rientro nel cinema americano. "La partner più simpatica con cui abbia mai lavorato", diceva Cary Grant.
Un documento unico e coinvolgente – con musiche originali di Michael Nyman - che diventa un ritratto a tutto tondo, zeppo di particolari inediti e sorprendenti che in meno di due ore ce la fa conoscere a fondo e in tutti i suoi aspetti, anche quelli rimasti finora sconosciuti, soprattutto a noi spettatori e fan. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 19 ottobre distribuito da Bim

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