venerdì 30 ottobre 2015

Il maestro Patrice Leconte mette il suo sicuro mestiere al servizio di una piacevole pièce di Florian Zeller in "Tutti pazzi in casa mia"

Tratto dalla pièce del giovane commediografo Florian Zeller “Une heure de tranquilité” e da lui stesso sceneggiata, il film “Tutti pazzi in casa mia”, una piacevole commedia demenzial-brillante contemporanea firmata da un Patrice Leconte che si limita a tradurre sul grande schermo, ovviamente
con sicuro mestiere, un testo teatrale che mira al puro divertimento spensierato, seppur di ambiente contemporaneo tra crisi, lavoro nero, depressione, frenesia da nuovo millennio e caos. Certo, dal ‘maestro’ Leconte ci aspettavamo molto di più, visto che è autore di opere indimenticabili tra le quali “Il marito della parrucchiera”, “Ridicule”, “La ragazza sul ponte” e “Confidenze troppo intime”, per ricordare solo alcune.
‘L’ora di tranquillità’ del titolo originale è quella che non riuscirà ad avere il protagonista, Michel Leproux (Christian Clavier, attivo dagli anni ’70, da “I visitatori” ad “Asterix & Obelix – Missione Cleopatra”), grande appassionato di musica jazz che, dopo aver trovato e acquistato un vinile rarissimo, non desidera altro che rientrare a casa, e godersi il suo giorno di riposo per ascoltarlo in santa pace.
Sfortunatamente, proprio quel pomeriggio, sembra che tutto il mondo si sia messo d’accordo per non concedergli nemmeno quell’attesa ora. La moglie Nathalie (ben tornata Carole Bouquet, sempre affascinante) ha deciso di confessargli un segreto tenuto nascosto da anni; l’amante Elsa (una Valérie Bonneton sottotono) vuole parlargli urgentemente; il figlio Sébastien (Sébastien Castro), capriccioso e stravagante, si presenta con un bel gruppo di ospiti inattesi (rifugiati o immigrati?); la madre non smette mai di cercarlo al telefono; la domestica spagnola Maria (l’almodovariana Rossy de Palma) vuole passare l’aspirapolvere.
Inoltre ci sono anche dei muratori che stanno ristrutturando la vecchia stanza del figlio e rompono un tubo dell’acqua, la quale finisce nell’appartamento del polacco Pavel (Stéphane de Groodt), il vicino impiccione che ha programmato la Festa del vicinato e, naturalmente, è costretto a spostarla su, a casa sua. Scaltro e manipolatore com’è, ci riuscirà Michel a ottenere almeno il tempo necessario per ascoltare il suo insostituibile disco? Vedere per credere.
Una piccola commedia corale di costume dal ritmo efficace (nemmeno un’ora e mezza) e ben costruita, sostenuta da un bel gruppo di attori, tra i quali ci sono anche Arnaud Henriet (Léo) e Christian Charmetant (Pierre). Enorme successo di pubblico in Francia, per una commedia che era già popolarissima perché l’inimitabile Fabrice Luchini l’aveva portata in tournée sui palcoscenici più importanti d’Oltralpe. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 29 ottobre distribuito da FilmAuro

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