giovedì 22 ottobre 2015

"Io che amo solo te" di Marco Ponti, dal libro di Luca Bianchini, una commedia sentimentale su due amori e un matrimonio, per le coppie Scamarcio-Chiatti e Placido-Calzone

Dal bestseller “Io che amo solo te” di Luca Bianchini (Mondadori - Numeri Primi) e diretta da Marco Ponti (da “Santa Maradona” a “Passione sinistra”), una commedia popolare con un bel cast e uno spunto da melodramma, anzi da telenovelas. Merito del film è quello di trasmettere l’allegro affiatamento di regista e scrittore, amici nella vita e sceneggiatori con la collaborazione di Lucia Moisio; così come quello dei ‘vice’ protagonisti, Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, anche loro amici fin dagli esordi in tivù in “Compagni di scuola”.
“Nasce tutto quando Luca mi racconta questa storia, molto tempo prima del libro e del film – esordisce Ponti -, perché la nostra amicizia viene da lontano, eravamo insieme all’università, ma non ricordo di aver mai detto facciamone un film”. “Di solito Marco mi obbliga a far dei cameo nei suoi film – ribatte Bianchini -, quando ho scritto il romanzo ero convinto che non lo avrebbe letto nessuno, invece poi ha venduto 200mila copie, e ho scoperto che questa storia non solo piaceva ai lettori, ma anche ai produttori (Fulvio e Federica Lucisano con Rai Cinema ndr.) e ho pensato che a girarlo Marco fosse quello giusto. Non scrivo pensando ad un film o a una sceneggiatura, non sapevo nemmeno cosa ci fosse dietro”.
“Ai produttori interessava il libro – dichiara Federica Lucisano -, tanto che sono stata io ad essere ‘intervistata’ dallo scrittore che voleva assolutamente Scamarcio come protagonista, ma io gli dicevo ‘non l’avrai mai’ invece…” “Abbiamo chiamato Scamarcio – chiosa Bianchini – e lui ci ha risposto via sms e diceva ‘anch’io sono a Polignano’ e ci invitava a cena, tant’è che poi l’abbiamo intravisto per strada e ci siamo nascosti in un negozio di scarpe per evitare d’incontrarlo prima di cena”.
“Sono stata costretta a leggere il libro dalla mia agente – afferma la Chiatti -, perché di solito sono molto lenta, infatti sto leggendo da tre anni un libro di criminologia. Il film è stato in concomitanza col mio matrimonio, ma c’era la storia dei nostri genitori, così abbiamo faticato di meno e con meno responsabilità”. “Infatti è un film corale – ribatte Scamarcio -, la coppia di genitori è il veicolo delle emozioni, a noi ci hanno dato da fare ‘il lavoro sporco’, ma siamo sempre in balia della situazione. Dal punto di vista attoriale è interessante lavorare stando un passo indietro, ma sono sempre molto felice di lavorare con Laura, poi il mio è un personaggio positivo con difetti evidenti, non devi condividerli ma comprenderli”.
“Se non fosse consapevole di tutto questo – aggiunge Chiatti – non avrei fatto questo mestiere, e condivido con Riccardo che sono i genitori i veri protagonisti, inoltre questa commedia ricorda quella degli anni Sessanta”. Storia di due amori, quello della cinquantenne Ninella (Maria Pia Calzone, regalata al grande schermo da quello piccolo di “Gomorra”) che ha un grande rimpianto: da giovane amava pazzamente don Mimì (Michele Placido), ma i loro sogni d’amore vennero infranti da un fattaccio e dall’avversione della ricca famiglia di lui.
Ora però il destino ci ha messo lo zampino: sua figlia Chiara (Laura Chiatti) si è fidanzata proprio con Damiano (Riccardo Scamarcio), figlio dell’uomo che ha sempre sognato, e i due giovani si apprestano a convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano diventa così un vero e proprio evento a Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della regione, anche perché il padre di lui è ‘il re delle patate’. Tra pettegolezzi e inaspettato maestrale, imprevisti del giorno prima e caos del giorno delle nozze tutto può accadere. Da un inaspettato coming out al doppio happy end.
“Io sono nato in Puglia – conferma Placido -, ma forse in quella peggiore, del Tavoliere, interna, dura, piatta, ma tutta la costa è bella, sia dal punto di vista storico che paesaggistico. Spesso si parla della Puglia tra folklore e natura, quella che attira i turisti francesi e oggi tutti vogliono comprarvi una casa. Ma una volta lì abbiamo scoperto una cittadina e della gente meravigliose, un gruppo di attori bravissimi non solo per la loro ‘pugliasità’. Una parte che non avevo conosciuto da ragazzo, e una storia che ha la capacità di offrire un’emozione sentimentale, da primo amore ritrovato. Anch’io ogni volta che torno nella nostra terra ricordo il mio primo amore, ci incrociamo, ci imbarazziamo, ma non ci salutiamo nemmeno. Certo lei non è quella di prima, io anzi noi torniamo a Roma, facciamo gli attori, e anche se siamo invecchiati ci dobbiamo fare i capelli neri, curare l’immagine.”
Peccato che, a parte la bellissima location di Polignano a Mare in Puglia, la commedia si riveli un susseguirsi di stereotipi e luoghi comuni, magari rinfrescati, rivisitati e colorati all’insegna del leggero e sano divertimento, dal retrogusto agrodolce da ‘dramedy’ hollywoodiano. Non a caso gli autori lo definiscono “un film sulle gioie segrete, sull’arte di attendere e sulle paure dell’ultimo minuto”, in bilico tra ironia e commozione. “Con Riccardo siamo ormai una coppia di fatto – riprende la Chiatti -, tra di noi c’è un’atmosfera di cameratismo, lui ha talento per l’analisi, una prospettiva chiara delle cose, è un professionista che ti dà sicurezza. Io sono molto più caotica e nel frattempo ho fatto un figlio, un’esperienza che ti cambia in positivo”.
“Non mi sono ispirata a niente della mia vita – ribatte Maria Pia Calzone -, non ho pensato a soffrire perché l’amore comunque fa male. Ho così cercato di abbracciare i sentimenti di questa donna; per Imma (personaggio di ‘Gomorra’ ndr.) mi viene quello sguardo lì perché sono i miei occhi. Invece la forza di questa donna sta nell’essere rimasta nello stesso luogo, vivere nel passato perché questa macchia è rimasta lì e deve portare l’onta per tutta una vita. Laura ha ragione, sicuramente a noi attrici, numericamente, sono meno i ruoli da donna adulta, io sono stata molto fortunata, perché ultimamente i libri con protagoniste donne mature non sono molti, ma comunque ci sono”.
“Felicità e coraggio, tristezza e mancanza di coraggio – conclude Ponti -, sono parole che vanno e vengono nel film e sono il vero tessuto, ciò che volevo affrontare. Sono temi di cui abbiamo oggi un bisogno spasmodico, capire cosa ci porta felicità, come cambiare le cose. La commedia può essere tutta ‘volemose bene’ o solo cinico-grottesca, credo che questa invece abbia un piede nella speranza, che si trovi proprio in mezzo. Non mi hanno mai attirato i valori stereotipati, si può mentire e tradire però per far del bene, per migliorare”.
Intorno ai quattro protagonisti di questa commedia che ricorda, a tratti e con qualche variazione, tante altre e non solo ambientate in Puglia, come accade ormai da qualche anno (da “Liberate i pesci” di Cristina Comencini a “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek), uno stuolo di caratteristi di lusso e non: Luciana Littizzetto (zia Dora), Eugenio Franceschini (Orlando, fratello di Damiano), Antonella Attili (Matilde, madre e suocera), Antonio Gerardi (Franco Torres, lo zio scarcerato), Dino Abbrescia (zio Modesto), Eva Riccobono (Daniela), Michele Venitucci (Vito Photographer), Dario Bandiera (Pascal, il parrucchiere), Enzo Salvi (Giancarlo Showman), Ivana Lotito (Mariangela), Angela Semerano (Nancy), una rivelazione; Crescenza Guarnieri (Gemelle Labbate), Uccio De Santis (Don Gianni), che rivedremo in “Belli di papà”; Angelo De Matteis (Cosimo), Beppe Convertini (Antonino), Valentina Reggio (Alessia) e con l’amichevole partecipazione di Alessandra Amoroso che interpreta la canzone di Sergio Endrigo che dà titolo al libro e al film.
Nella colonna sonora, oltre le musiche originali di Gigi Meroni, anche “Dear Future Husband”, “Gold” degli Spandau Ballet, “Maracaibo” di Lu Colombo, “Over the Rainbow”, “Opposum”, “Hold On”, “Spaghetti Western” dello stesso Meroni & Roy Paci e “Tutti frutti” cantata da Enzo Salvi.
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 22 ottobre distribuito da O1 Distribution in 450 copie

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