giovedì 22 ottobre 2015

Tutto l'amore di Guillermo del Toro per il classico romanticismo gotico riaffiora nell'horror "Crimson Peak" con Tom Hiddleston, Mia Wasikowska e Jessica Chastain

Guillermo del Toro con “Crimson Peak” torna al genere cinematografico che più ama trasportandoci in un’affascinante viaggio nell’horror gotico romantico classico e rivisitandolo con sguardo contemporaneo, ma arricchendolo con una serie incredibile di riferimenti e omaggi, citazioni e rimandi, dal maestro italiano Mario Bava (“Operazione paura”) a quello inglese – poi hollywoodiano d’adozione – Alfred Hitchcock (“Rebecca, la prima moglie”), dalla serie anni ‘50-’60 della mitica casa Hammer inglese (il cognome della protagonista celebra il grande Peter Cushing-van Helsing,
antagonista di Christopher Lee-Dracula) ai classici Universal, dai racconti di Edgar Allan Poe (“La caduta di casa Usher” attraverso Roger Corman) a quelli di Lovecraft. Quindi, cinema e letteratura si confondono ancora una volta per rievocare storie e personaggi di un passato (narrativo e visivo) suggestivo, ma oggi, forse, dimenticato oppure ibernato dallo sviluppo tecnologico-digitale dei nuovi media.
Sceneggiato dallo stesso del Toro con il poco prolifico Matthew Robbins (da “Sugarland Express” a “Mimic”), tempo fa ma realizzato solo ora, “Crimson Peak” è una fiaba nera ambientata tra l’America dei pionieri e, soprattutto, una cupa Inghilterra del XIX secolo, all’interno di una fatiscente e minacciosa villa vittoriana sperduta nelle desertiche campagne rurali del nord: la vita di Edith Cushing (Mia Wasikowska, da “Alice in Wonderland” a “Madame Bovary”), impegnata nel suo lavoro da aspirante scrittrice (il suo modello è Mary Shelley) e sedotta dall’affascinante quanto misterioso gentiluomo inglese Thomas Sharpe (Tom Hiddleston, da fratello ‘cattivo’ di “Thor” ad “Avengers”). E non è un caso se il titolo in spagnolo del film è “La cumbre escarlata” ovvero “Cima scarlatta”, anziché “tempestosa”.
Il giorno dopo l’efferato omicidio del padre, l’esistenza della giovane Edith – diventata unica ‘ereditiera’ (rimanda ad un altro film omonimo di William Wyler con Olivida de Havilland, da Henry James) di un impero - si trasforma in un incubo, i cui oscuri protagonisti si rivelano essere il nuovo, enigmatico marito, l’odiosa e perfida sorella/cognata Lucille (Jessica Chastain, quasi irriconoscibile perché bruna e feroce, sorta di Barbara Steele del caso) e la casa stessa, che la travolge in un orribile passato da decifrare.
Un gustoso spettacolo – grande cinema d’autore e di genere - soprattutto per gli appassionati del horror di una volta – gotico decadente e romantico -, ma che dovrebbe conquistare anche i giovanissimi che, forse, neanche l’hanno conosciuto né letto. Infatti, in “Crimson Peak” viene a galla tutta la passione di Guillermo del Toro, ragazzino amante del filone, perché la sua opera lo
ricorda tutto anche nei minimi particolari. Però non è solo questo, perché ovviamente come nei classici del genere è l’amore che ‘attira’ la morte… e viceversa, mentre la ‘visione’ di ambiente e personaggi è personale. Edith preferisce l’uomo più misterioso e tormentato, Sir Thomas, al mite dottorino americano Alan McMichael (Charlie Hunnam), mentre lui, intrappolato da un sentimento, forse, mai provato prima, proprio per amore rischierà di perdere tutto, inclusa la vita, scontrandosi con la morbosa sorella.
Ottime la fotografia del danese Dan Laustsen che rievoca le atmosfere dei capolavori del genere, le scenografie di Thomas E. Sanders, con Brandt Gordon (Art Direction), Jeffrey A. Melvin e Shane Vieau (Set Decoration), ma anche i costumi di Kate Hawley. Le musiche sono firmate Fernando Velàzquez e il montaggio Bernat Vilaplana. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 22 ottobre distribuito da Universal Pictures Intenational Italy

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