giovedì 19 novembre 2015

Ancora un'opera prima islandese 'da Oscar', una commedia dall'umorismo nerissimo: "Storie di cavalli e di uomini" di Benedikt Erlingsson, pluripremiata in patria e nel mondo

Un altro film islandese arriva nelle sale italiane, dopo “Rams - Storia di due fratelli e otto pecore”, e si tratta addirittura di un’opera dell’anno precedente, anch’essa proposta dall’Islanda all’Oscar per il miglior film straniero 2014 e premiata due volte per il miglior regista ai
festival di San Sebastian e di Tokyo. Anche “Storie di cavalli e di uomini” di Benedikt Erlingsson è una particolare e originale commedia nera, senz’altro più ironica, graffiante e cattiva dell’altra, tanto da sconfinare nell’horror, accomunata però dal paesaggio desertico tanto bello quanto letale, almeno a volte.
Coprodotta da Germania e Norvegia, l’opera prima di un attore, autore e regista teatrale che abbiamo conosciuto ne “Il grande capo” di Lars von Trier – in quanto a narrazione e atmosfera, quasi surreale - ricorda casomai “Storie pazzesche” (nomination l’anno scorso), anche se qui i diversi ‘episodi’ sono intrecciati, anzi collegati l’uno all’altro perché ambientati nello stesso villaggio di campagna dove tutti conoscono (e spiano) tutti.
Infatti, è una vicenda dove l’uomo si dissolve nel cavallo e il cavallo nell’uomo – in “Rams” erano le pecore -, ma soprattutto dove amore e morte si mescolano con conseguenze imprevedibili e il destino dell’intera comunità è scritto nello sguardo dei suoi cavalli, anzi si riflette (letteralmente) nei loro occhi, segno che sono testimoni impotenti quanto noi.
Kolbeinn ama Solveig e Solveig ama Kolbeinn, ma lui è follemente innamorato del suo bene più prezioso: l’immacolata giumenta Gràna, che è a sua volta ossessionata dallo stallone Bruno di nome e nero di pelliccia. Però in una valle isolata nel cuore dell’Islanda, gli abitanti si tengono d’occhio (e cannocchiale) gli uni con gli altri, tutto è monitorato, persino la nascita di un nuovo amore e l’arrivo di uno straniero (sudamericano). Tra cavalcate e passeggiate, corteggiamenti e seduzione, ostacoli imprevisti e tragici incidenti, si intrecceranno almeno altre due storie (d’amore e morte?).
“Storie di cavalli e di uomini” diventa una sorta di ‘ronde’ all’insegna dell’umorismo nerissimo, spietata e cattivissima verso gli ‘uomini’ che sfigurano di fronte agli eleganti, sereni ed ignari amici a quattro zampe, uniche vittime innocenti delle ambizioni e presunzione, capricci ed egoismi dei loro padroni umani.
“Questa non è una storia semplice – confessa Erlingsson -. Non so se il titolo inglese, “Of Horses and Men”, possa dare allo spettatore la giusta chiave di lettura. La parola che lì manca, ‘Storie’ (che in italiano c’è ndr.), è la chiave. E naturalmente bisogna poi aggiungere che qui al nord, anche le donne sono ‘uomini’.”
L’efficace cast: Ingvar E. Sigurdsson, Charlotte Boving, Steinn Armann Magnusson, Helgi Bjoernsson, Kristbjorg Kjeld, Sigridur Maria Egilsdottir, Juan Camillo Roman. E a proposito di animali e attori, il regista, ironicamente, afferma: “E’ importante aggiungere inoltre che nessun cavallo è stato ferito durante le riprese del film. Viene dichiarato alla fine dei titoli di coda ed è assolutamente vero. I componenti del cast e della troupe sono tutti proprietari di cavalli e amano i cavalli, sono come dei figli per loro, e per noi. Devo ammettere però che ci sono stati alcuni interpreti umani che sono stati traumatizzati durante le riprese, ma ho saputo che sono ancora in vita, o almeno lo erano mentre scrivevo queste poche righe”. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 19 novembre distribuito da PFA produzione-distribuzione ALTRI PREMI E RICONOSCIMENTI OTTENUTI DAL FILM 6 Edda Awards, gli Oscar islandesi: Miglior regista (Benedikt Erlingsson), Miglior sceneggiatura (idem), Attore dell’anno (Ingvar E. Sigurdsson, Kolbeinn), Miglior fotografia (Bergsteinn Bjorgulfsson), Migliori effetti speciali (Jorundur Rafn Arnarson). The Grand Jury Prize a Les Arcs Festival 2013 Tridens Competition; Best Film of Feature Debuts, al Tallin Festival 2013 Miglior Film, Miglior Fotografia e Premio Fipresci, al Tallin Festival 2013 The Audians Prize, Tormso FilmFest 2014
Festival Internazionale di Amiens; Miglior attrice (Charlotte Boving, Solveig) E’ stato selezionato anche al Palm Springs International Film Festival e allo Scandinavian Film Festival di Los Angeles e nei seguenti festival italiani: Bifest 2014 (Panorama Internazionale); Trieste Film Festival 2015 (Born in Trieste, dedicate a film che hanno iniziato il loro percorso prodotti nell’ambito degli incontri di produzione When East Meets West).

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