giovedì 5 novembre 2015

Dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma, approda nei cinema "Alaska" di Claudio Cupellini con Elio Germano e Astrid Bergès-Frisbey, un 'amour fou' sulla scia della 'Nouvelle Vague'

Una storia di amanti maledetti nel terzo millennio, un dramma esasperato su due giovani che non possiedono nulla se non loro stessi, né un posto dove sentirsi a casa, ma la casa, forse, è il posto dove si è scelto di vivere. “Alaska” è una fuga alla ricerca di una felicità irraggiungibile, un film disperato ed eccessivo – però ‘il troppo storpia’ anche al cinema.
Il riferimento del regista Claudio Cupellini è senz’altro ‘la nouvelle vague’ aggiornata e corretta all’oggi dei giovani dal futuro incerto, il modello sembra essere, particolarmente, l’opera prima capolavoro di Jean-Luc Godard, “Fino all’ultimo respiro” (1959), difficilmente raggiungibile quanto l’idea di felicità della coppia.
Scritta dal regista stesso con Filippo Gravin e Guido Iuculano, la sua opera terza – dopo “Gomorra - La serie” 1 e 2 -, coinvolge e trascina soprattutto nella prima parte poi quando il continuo incontrarsi e perdersi dei protagonisti diventa un susseguirsi di tragici eventi e sorprese un po’ meno.
Fausto (un Elio Germano sempre azzeccato e intenso) è un giovane italiano ma vive a Parigi, dove fa il cameriere in un grande albergo. Nadine (la camaleontica Astrid Bergès-Frisbey, che avevamo scoperto prima dei “Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare”, in “La fille du puisatier” di Daniel Auteuil) è invece una ragazza francese, che possiede la bellezza dei suoi vent’anni, non molto convinta al suo primo provino da fotomodella. E’ tanto fragile quanto determinata, viva e pulsante come solo a quell’età si può essere.
I due si conoscono per caso proprio sul tetto del lussuoso Hotel, ma un piccolo incidente si trasformerà in un tragico incubo che farà conoscere loro amore e sofferenza, vittime di un destino tanto assurdo quanto crudele, fra Parigi e Milano, fra attimi di felicità e lunghi giorni di dolore, lontananza e riavvicinamento, attrazione e rifiuto. Ma, forse, l’amore è fatto di tutto questo.
“Il sentimento di dover essere qualcosa d’altro – dice il regista nelle note -, di dover avere qualcosa di più, li lega dall’inizio alla fine della loro storia: un storia lunga cinque anni, durante la quale entrambi conosceranno, in momenti diversi, gli abissi più neri della disperazione e le vette più alte dell’affermazione sociale. Troveranno la felicità sognata proprio dove non immaginavano: non nell’acquisizione di denaro, successo e posizione economica, ma nella capacità di offrire la propria vita per amore”.
Nel cast anche Valerio Binasco (Sandro), Elena Radonicich (Francesca), Antoine Oppenheim (Nicolas), Pino Colizzi (Alfredo Wiel), Marco D’Amore (Toni), Roschdy Zem (Benoit) e Lubna Azabal (Fanny). La fotografia di Gergely Pohàrnok dà un’atmosfera rarefatta offrendoci una Parigi e una Milano davvero inedite. “Alaska” è stato presentato in anteprima nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 5 novembre presentato da O1 Distribution

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