mercoledì 25 novembre 2015

La Disney-Pixar colpisce ancora con un lungometraggio d'animazione destinato ai bambini, piacevole agli adulti: "Il viaggio di Arlo"

Nell’era del fenomeno internazionale “Inside Out”, un nuovo lungometraggio d’animazione della stessa Disney-Pixar che però evita il confronto: “Il Viaggio di Arlo” (The Good Dinosaur), diretto da Pete Sohn, ha avuto una lavorazione travagliata, visto che Sohn ha sostituito il regista Bob Peterson, autore del soggetto con Enrico Casarosa, e l’ha finito nel tempo record di due anni.
E ne esce comunque vincitore nel suo genere, quello del divertimento dedicato ai più piccoli che coinvolge e intrattiene anche gli adulti - genitori, zii e nonni inclusi - con gustose trovate, allontanandosi dai tanti prodotti sui dinosauri che hanno invaso gli schermi grandi e piccoli, da “Jurassic Park” in poi, quindi da oltre vent’anni.
Il cartone animato – preceduto come di consueto, stavolta di autore indiano - prende spunto dal ‘Se’. Che cosa sarebbe accaduto ‘se’ il meteorite che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non l’avesse colpita e i dinosauri non si fossero mai estinti? Da qui un fantastico epico viaggio dal sapore ‘western’ ambientato nella preistoria, dove un giovanissimo, curioso, prima pauroso e poi coraggioso, apatosauro chiamato Arlo stringe un'insolita amicizia con un piccolo essere
umano, da lui soprannominato Spot, che si muove e si comporta ancora come una bestiola, nella fattispecie come un cane (preferisce spostarsi a quattro zampe), con qualche caratteristica dei felini (offre in dono ad Arlo dei mostruosi insetti da mangiare). E per poter tornare a casa, attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo riuscirà ad affrontare le sue paure e, grazie a questa avventura, scoprirà quello di cui è veramente capace.
La famiglia, infatti, stavolta è quella dei dinosauri antropomorfi – coltivano mais, fanno il raccolto e hanno addirittura delle torri-silos dove conservare le riserve, minacciate da questo piccolo predatore umano ma ancora ‘bestiale’. E, come di solito, al centro c’è l’amicizia tra piccoli esseri diversi.
Sceneggiato da Meg LeFauve, il film segue le orme narrative tradizionali, però se non offre molta sostanza e originalità nella vicenda, conquista prima visivamente (panorami mozzafiato, anche in versioni 3D) poi con sana ironia – caratteristica Pixar, così come l’ottima resa tecnica - e sostituisce i dialoghi (Spot si esprime rumorosamente con grugniti e ululati, ma non parla al contrario di Arlo) attraverso suoni e istinto. Inoltre, evita di cadere nel melenso, offrendo allo spettatore emozioni e sentimenti. E di questi tempi, non è poco. Funzionali e non invadenti le musiche di Jeff e Mychael Danna. Il produttore esecutivo è l’instancabile e pluripremiato John Lasseter. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 25 novembre distribuito da Walt Disney Pictures Italia

Nessun commento: