lunedì 7 dicembre 2015

Leonardo Pieraccioni è "Il professor Cenerentolo", carcerato in libera uscita per far il bibliotecario a Ventotene

Riecco Leonardo Pieraccioni all’appuntamento natalizio con sua consueta favoletta in chiave di commedia, tra cabaret e cinema. “Il Professor Cenerentolo”, sceneggiata col fedele Giovanni Veronesi e Domenico Costanzo, è una pellicola all’insegna della solita leggerezza, tra romanticismo e comicità, che non dovrebbe deludere il suo vasto pubblico di fedelissimi.
Narra le vicende di Umberto (Pieraccioni) che, per evitare il fallimento della sua precaria ditta di costruzioni, tenta insieme al suo dipendente (Massimo Ceccherini) un maldestro colpo in banca – sulla scia dei celeberrimi “Soliti ignoti” - che gli frutta però soltanto quattro anni di galera. Però si tratta della prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Ora Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella locale biblioteca. Ma una sera, in prigione, durante una proiezione con dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana (Laura Chiatti), un’affascinante ragazza, un po’ folle e un po’ bambina (le è rimasto il
25 % di intelligenza). Morgana crede che lui lavori in carcere (il filmino l’ha girato lui) e che non sia un detenuto. E lui, approfittando del malinteso, inizia a frequentarla durante l’orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare di corsa nell’istituto penale per evitare che il direttore del carcere (un inedito Flavio Insinna) scopra le sue scappatelle e gli revochi il permesso di lavoro in esterno.
Tra equivoci e scenette, rapporti padre-figlia – quella vera e anche con la figlia italo-afrocana del direttore del carcere che studia in biblioteca e, in un certo senso, è sua complice –, con l’ex moglie, l’assistente nano Arnaldo (Davide Marotta), alle prese con un drone, e i galeotti, un’esile commedia che non tradisce lo ‘stile’ dell’attore-regista che da oltre vent’anni è sulla cresta dell’onda grazie al suo appassionato pubblico.
Ovviamente, chi pretende altro o di più di quello che Pieraccioni promette, sbaglia. Quindi un gradevole ‘divertimento’, in bilico tra politicamente corretto e scorretto, inscenato su un’isola così bella da farci invidiare i carcerati del film.
Nel cast anche Sergio Friscia (Don Vincenzo, boss dei carcerati), Nicola Acunzo (Calabrese), Lorena Cesarini (Sveva), Manuela Zero (Mia), Emanuela Aurizi (sposina romena), Lucianna De Falco (signora Mammolotti), Lisa Ruth Andreozzi (Martina), Sabrina Paravicini (ex moglie), Nicola Nocella (agente Nocella), Lorenzo Renzi (Hannibal) e Guido Genovesi (Guidino).
Completa il quadro una buona cornice grazie alla fotografia di Fabrizio Lucci, alle scenografie e l’ambientazione di Francesco Frigeri, ai costumi di Claudio Cordaro, al montaggio di Patrizio Marone, al suono in presa diretta di Roberto Sestito e alle musiche originali di Gianluca Sibaldi. José de Arcangelo
(1 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 7 dicembre presentato da O1 Distribution

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