giovedì 17 dicembre 2015

Spielberg torna al dramma di impegno civile, sobrio e avvincente, ispirandosi a una storia vera della guerra fredda con "Il ponte delle spie"

Il nuovo film di Steven Spielberg (anche produttore) è una sobria e coinvolgente spy story da guerra fredda ispirata a un fatto realmente accaduto alla vigilia della costruzione del muro di Berlino, ovvero proprio quando è stato deciso di dividere in due la Germania e la capitale tedesca, nel secondo dopoguerra.
“Il ponte delle spie” è proprio quel passaggio tra Est ed Ovest dove da quel momento in poi sarebbero avvenuti i cosiddetti ‘scambi’ di persone, spesso prigionieri – colpevoli o innocenti, secondo i punti di vista - di una parte e dell’altra.
Sceneggiato da Matt Charman con i fratelli Coen, narra la vera storia di James B. Donovan (Tom Hanks), avvocato americano che in quel preciso momento viene incaricato della difesa della spia russa Rudolf Abel (inimitabile Mark Rylance), e subito dopo reclutato dalla Cia per aiutare a salvare Francis Gary Powers (Austin Stowell), un pilota ricognitore detenuto in Unione Sovietica.
Infatti, il 1º maggio del 1960, Powers, arruolato dall’agenzia per scattare foto sorvolando ad altissima quota Paesi ostili, durante un volo sull'Urss fu abbattuto con un missile terra-aria (anche se l’episodio non fu mai confermato) presso Sverdlovsk; catturato e poi processato come spia, fu condannato a tre anni di reclusione e sette di lavori forzati.
A quel punto Donovan dovrà negoziare per fare uno scambio di ‘spie’ proprio a Berlino Est. Però nel frattempo anche uno studente americano viene ‘catturato’ dalla polizia della DDR e l’uomo si impegnerà con tutti le sue forze per ottenere anche la libertà di un normale cittadino diventato pedina di una lotta di potere, anche nello stesso Est.
A oltre vent’anni dal sorprendente “Schindler’s List” e dopo il biopic su Lincoln, Spielberg si ispira ad una storia vera per parlare dei diritti umani e scontri politici, di giustizia e democrazia, di passato e presente. Un dramma di impegno civile, quindi, di cui è protagonista un inedito e misurato Tom Hanks, nel ruolo di un avvocato costretto a difendere apparentemente un’indifendibile spia, ma che riuscirà a far trionfare la giustizia nel rispetto della Costituzione americana. Un compito non facile che offre a lui stesso e al popolo statunitense l’occasione di capire che tutti gli uomini hanno il diritto ad essere difesi e processati prima di essere condannati.
Un dramma sulla scia del thriller, senza retorica, avvincente e realistico senza eccesso alcuno, anzi mai sopra le righe, a cui costribuiscono un’ottima ambientazione d’epoca firmata dal direttore della fotografia Janusz Kaminski, dalla squadra di scenografi Marco Bittner Rosser, Scott Dougan, Kim Jennings e Anja Muller, dagli arredatori Rena DeAngelo e Bernhard Henrich e dalla costumista Kasia Walicka Maimone. Le efficaci musiche sono del figlio d’arte Thomas Newman, mentre il montaggio è fimato Michael Kahn.
Nel cast anche Amy Ryan (Mary Donovan), Domenick Lombardozzi (agente Blasco), Joshua Harto (Bates), Jillian Lebling (Peggy Donovan), Noah Schnapp (Roger Donovan), Billy Magnussen (Doug Forrester), Jesse Plemons (Joe Murphy) e il veterano Alan Alda (Thomas Watters Jr.). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 17 dicembre distribuito da 20th Century Fox Italia

Nessun commento: