mercoledì 23 marzo 2016

"Batman v Superman", spettacolare incontro-scontro per una storia aggiornata e corretta ai nostri tempi che mette in discussione i loro ruoli

E’ approdato nei cinema italiani l’atteso “Batman v Superman - Dawn of Justice”, sceneggiato da Chris Terrio e David S. Goyer e diretto da Zack Snyder (da “Watchmen” a “Man of Steel”) che vede
i due celebri supereroi della DC Comics a confronto in una storia aggiornata e corretta che prende spunto da alcuni fatti di attualità per mettere in discussione proprio i loro ruoli. Infatti, come afferma Snyder, “ora c’è una diversa evoluzione su come le loro azioni vengano giudicate, proprio grazie alle involontarie conseguenze di quelle azioni”. Il giudizio e l’opinione pubblica riportano in mente il dibattito su cosa è bene e cosa è male, se fare del bene in certi casi abbia effetti collaterali negativi oppure no. Un po’ le
discussioni sulle vittime del ‘fuoco amico’ e dei bombardamenti con droni telecomandati, messe in primo piano dai diversi conflitti contemporanei. Peccato che nelle due ore e mezza di spettacolo prevalgano gli effetti speciali digitali con le solite distruzioni (quasi) totali di prologo ed epilogo. Temendo le azioni incontrollate di un supereroe semidio, il potente giustiziere di Gotham City, Batman / Bruce Wayne (Ben Affleck in forma, soprattutto fisica) affronta il più rispettato eroe
contemporaneo di Metropolis, Superman / Clark Kent (sempre Henry Cavill, del precedente “Uomo d’acciaio”) – anche perché sembra sia stato ‘incastrato’ durante il salvataggio di Lois Lane (la diverse volte candidata all’Oscar Amy Adams) -, mentre il mondo si divide su quale tipo di eroe abbia veramente bisogno, istigato dai media e da trame oscure. E, tra loro due, si insidia il giovane Lex Luthor (Jesse Eisenberg di “The Social Network”) – il maggiore ‘benefattore della città’ – che riuscirà a metterli l’uno contro l’altro, nonché una bellissima, enigmatica, donna.
Tra colpi di scena e rivelazioni, sorprese e imbrogli, uno spettacolare scontro che sull’intera durata offrono un cinquanta per cento di catastrofiche distruzioni della città, ormai immancabile in ogni blockbuster che si rispetti, siano tratti da celebri fumetti siano fantasy o fantascientifici. Non manca nemmeno il ‘monumentale’ mostro e/o creatura dall’altro mondo (ovviamente una ‘creatura’ kryptoniana). Come andrà a finire probabilmente lo sapete, ma non ve lo riveliamo, così come altri particolari che funzionano grazie all’effetto sorpresa.
“Sia Bruce che Lex sono miliardari – afferma uno degli sceneggiatori, Terrio -, entrambi orfani, ed entrambi ossessionati dal potere assoluto di Superman. Ad un certo punto hanno lo stesso impegno: fermare Superman ad ogni costo. Ma Bruce è spinto da motivazioni che sono certamente buone, mentre quelle di Lex sono patologiche”.
E poi spiega: “I tre uomini – Clark, Bruce e Lex – sono il prodotto di quanto ereditato da padri assenti o ricordi di padri che sono andati via, altro tema esplorato nella storia. Ogni uomo combatte alla sua maniera: Bruce, che adesso è più grande di quanto suo padre lo fosse diventato; Clark, che vuole sistemare le cose per un fantasma; e Lex, il cui rapporto col padre non era… proprio idilliaca”.
Del resto Snyder non è Christopher Nolan (comunque co-produttore esecutivo) e ci tiene più alla forma e allo spettacolo, tanto da far funzionare il ‘giocatolone’, anche perché - come di consueto - c’è un supercast di non protagonisti: Diane Lane (Martha Kent, la madre), Laurence Fishburne (Perry White), Jeremy Irons (Alfred, il ‘maggiordomo’ di Bruce / Batman), Oscar per “Il mistero von Bulow”; Holly Hunter (senatrice Finch), premio Oscar per “Lezioni di piano”, la new entry Gal Gadot (Wonder Woman / Diana Prince) e un cameo di Kevin Costner (il fantasma del padre, Jonathan Kent), premio Oscar per “Balla coi lupi”. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 23 marzo distribuito da Warner Bros. Pictures in 750 copie

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