venerdì 4 marzo 2016

Una storia mai raccontata dal cinema: "Suffragette - Le donne che hanno cambiato il mondo", opera seconda tutta al femminile di Sarah Gavron

Un film tutto al femminile per un argomento trattato poco e male dal cinema, ma importantissimo perché sconvolse il panorama socio-politico, soprattutto in occidente, agli inizi del Novecento. Reduce dei BFI London Film Festival e Torino Film Festival, “Sufragette” della giovane regista Sarah Gavron ("Brick Lane"), sceneggiato dall’attivissima Abi Morgan (da “The Iron Lady” a “Shame” al cinema
e tanta tivù) e prodotto dalla giovanissima Faye Ward e Alison Owen, racconta la storia delle ‘donne che hanno cambiato il mondo”. E, se la ricostruzione è tradizionale, se volete convenzionale – struttura, forma e stile sono tipicamente old british -, storia (contenuto) e protagoniste (attrici) coinvolgono e ‘ricordano’ episodi che, stranamente, erano stati quasi dimenticati o riscoperti dalle nuove generazione e dalle donne stesse.
Londra, 1913: alla vigilia della Grande Guerra, la giovane Maud Watts (Carey Mulligan, da “An Education” – nomination all’Oscar – a “Il grande Gatsby” e “Via dalla pazza folla”) lavora in una lavanderia industriale per tredici ore al giorno, dall’età di 8 anni. E, in un ambiente malsano, subire le avances del padrone, Taylor (Geoff Bell), è normale amministrazione, così come l’incomprensione da parte dei maschi, incluso l’amorevole marito Sonny (Ben Whishaw), anche perché Maud stravede per il loro figlioletto ed è costretta ad abbandonarlo per oltre mezza giornata.
Nel frattempo nelle piazze, Emmeline Pankhurst (il premio Oscar Meryl Streep in partecipazione speciale), attivista politica britannica, guida il movimento suffragista femminile del Regno Unito e incita le donne a ribellarsi al grido di “Noi non siamo contro la legge! Noi vogliamo fare la legge! Voto per le donne”.
Incuriosita dal coraggio e dalla battaglia intrapresa da queste donne, Maud si unisce alle pioniere del movimento nel lungo percorso verso la conquista della parità di diritti e del principale obiettivo: il diritto al voto. Ma cariche della polizia, arresti, indagini e campagne diffamatorie sulla stampa non fermano la ribellione delle militanti che vengono soprannominate spregiativamente ‘Suffragette’.
“Ero esterrefatta che una storia così straordinaria e potente – rivela l’autrice nelle note di regia - non fosse mai stata raccontata in un film. Eravamo un team di filmmaker donne e ci siamo subito sentite attratte dal materiale. Eravamo interessate a raccontare la storia di una donna comune che nel 1912 lavorava. Abbiamo svolto delle ricerche approfondite, studiando attentamente diari e memoriali inediti, registri della polizia e testi accademici. Poi abbiamo creato un personaggio composito e fittizio di Maud, che partecipa ad eventi realmente accaduti quando il suo percorso si intreccia con quello di figure storiche chiave, come Emmeline Pankhurst, Emily Wilding Davison e David Lloyd George (parlamentare che ricevette le rappresentanti del movimento ndr.)”.
E infatti, quello che colpisce del film è la precisione storica di una vicenda che il cinema ha spesso illustrato ai margini di altre storie e, sempre, a proposito di altri protagonisti, ma raramente, anzi mai, messo veramente in primo piano. “Eravamo incantate – conclude la Gavron - dallo spirito pioneristico di queste donne rispetto alla loro epoca. Infrangevano ogni tabù e convenzione della società di quel tempo. Ci siamo rese conto che l’opinione pubblica è ben poco consapevole di quanto hanno fatto. Per qualche motivo è stato sepolto. A me non l’hanno insegnato a scuola e non sembra esserci una grande coscienza degli estremi a cui si spinsero le Suffragette: le bombe e gli attacchi alle proprietà immobiliari o la brutalità della reazione della polizia verso le donne, sotto forma di pestaggi o di alimentazione forzata (il film ne documenta i casi ndr.). La sensazione era di una storia mai raccontata”.
Meryl Streep ha dichiarato: “Ogni figlia dovrebbe conoscere questa storia, ogni figlio dovrebbe scriversela sul cuore”. La colonna sonora è firmata dal premio Oscar francese Alexandre Desplat (sette nomination e statuetta vinta per “Grand Budapest Hotel”) e la fotografia da Edu Grau. Nel cast anche Helena Bonham Carter (Edith Ellyn), Anne-Marie Duff (Violet Miller), Romola Garai (Alice Haughton), Natalie Press (Emily Wilding Davison), e con Brendan Gleeson (ispettore Arthur Steed), Finbar Lynch (Hugh Ellyn), Samuel West (Benedict Haughton). José de Arcangelo (2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 3 marzo distribuito da Bim – Cinema di Valerio De Paolis
NOTIZIE L’associazione Women Film Critics Circle, che rappresenta l’identità femminile nel cinema statunitense, ha assegnato ben sette nomination a “Suffragette”. “Never surrender, never give up the fight” (Mai arrendersi, mai smettere di lottare) è la frase con cui Emmeline Pankhurst (leader fondatrice dell’ala armata delle suffragette inglesi) incitava le conne a conquistare parità di diritti. La frase verrà stampata su una t-shirt bianca che sarà indossata da chi vorrà sostenere l’iniziativa della campagna social del film. Accompagnata dall’hashtag #suffragette, la campagna lanciata sulle pagine social dedicate al film, vuol essere un’occasione di riconoscimento di un movimento coraggioso che ha cambiato la storia, ma anche un grido per ricordare che la battaglia per la parità non è ancora finita. L’uscita italiana (il 3 marzo) non è soltanto in occasione del giorno della Festa della Donna (8 marzo), ma anche dell’anniversario dei 70 anni del primo voto delle donne in Italia (10 marzo) nel 1946.
HANNO DETTO “Suffragette’ arde di un fuoco che non può essere negato”. (Peter Travers, Rolling Stone) “Una bella e appassionata interpretazione di Carey Mulligan”. (Joe Morgenstern, Wall Street Journal “Un film ammirevolmente sobrio”. (A.O. Scott, New York Times) “Una storia importante che ‘Suffragette’ racconta senza clamori o fronzoli”. (Mark Kermode, The Observer) “Un’enorme interpretazione di Carey Mulligan, degna di grandi riconoscimenti”. (Cath Clarke, Time Out) “La vittoria del film è di andare oltre i fatti e le cifre per portare a galla il fuoco ardente nella lotta per l’uguaglianza”. (Stephen Farber, Hollywood Reporter) “Un film prezioso e vitale sulla vittoria dei diritti umani”. (Peter Bradshaw, The Guardian) “Un film dolorosamente importante”. (Caroline Criado-Perez, The Indipendent

Nessun commento: