sabato 23 aprile 2016

Arriva nei cinema "La grande rabbia" il nuovo film, fra impegno e azione, di Claudio Fragasso e Rossella Druri: storia d'amicizia tra due giovani di periferia mentre esplode la rivolta, dura e cruda, dei cittadini contro 'mostri inesistenti'

Torna Claudio Fragasso, non dimenticato autore di “Palermo-Milano solo andata, del 1996 (e del ‘sequel’ “Milano-Palermo il ritorno”, 2007) con un altro dramma, fra impegno e azione, ispirato alla realtà (i fatti di Roma 2014, Tor Sapienza), soggetto e sceneggiatura della moglie Rossella Drudi, e girato tra dicembre 2014 e gennaio 2015, filmando manifestazioni e rivolte in diretta ed intervistando le persone della zona coinvolta.
Fra realtà e finzione, bianco nero e docufiction, una giornata nell’amicizia di due giovani: Benny ovvero Benito (Miguel Gobbo Diaz) e Matteo (Maurizio M. Merli, figlio dell’omonimo, rimpianto, ‘divo del poliziottesco’ anni ’70), vivono ventiquattrore che cambieranno per sempre la loro esistenza. Benny, adottato in fasce da una coppia veneta trasferitasi a Roma, ha la pelle nera,
rimasto orfano è un fascista convinto, diventato campione di fighting (combattimento a mani nude) clandestino, dove con le scommesse si possono guadagnare cifre da capogiro. Lui non ruba né spaccia, ma combatte senza padroni per mantenersi e decide di giocarsi tutti i suoi risparmi in un ultimo incontro, quello che gli permetterà di iniziare una nuova vita. Matteo è bianco, romano e lavora in un pub, vive col padre pensionato AMA e il fratello minore poliziotto che lo mantengono, anche se lui non lo ammette, rifiutando di seguire le orme paterne sia quelle del fratello. I due amici si ritrovano proprio il giorno dell’uscita dal carcere di Benny. Sono due spiriti liberi che credono in un futuro diverso, gli incontri di Benny sono un inno
alla libertà, che muteranno il modo di vedere e pensare di Matteo, progettando una vita insieme dopo l’ultimo incontro. Matteo conoscerà lo strano mondo dell’amico, composto da più strati, quello che orbita nella capitale, una Roma inedita, segreta, misteriosa e mutata negli anni, ma non solo nelle periferie anche negli strati più segreti del centro storico. E, sullo sfondo delle loro avventure, scorrono in un crescendo parossistico, i recenti fatti di cronaca che hanno esplodere la rabbia dei cittadini contro gli immigrati, partendo da Tor Sapienza per diffondersi a macchia d’olio in tutte le periferie e città italiane.
“E’ stata una sorta di work in progress tra amici – esordisce Fragasso alla conferenza stampa di presentazione -, realizzato con un budget bassissimo, anzi ridicolo, per dimostrare che si può fare cinema indipendente con pochi soldi. L’idea ci è venuta vedendo in tivù le immagini della rivolta. Abbiamo girato in fretta e furia inserendo anche immagini vere di quei giorni, e ispirandoci a molti fatti reali. Anche se parliamo di Roma, raccontiamo tensioni che riguardano tutte le periferie italiane”.
“E Molinari (Stefano, giornalista nella vita e nel film ndr.) ha intervistato le persone come allora – precisa il regista -, nel Comitato di quartiere Tor Sapienza”. “La storia di pura fantasia – prosegue -, è ispirata dalla realtà attuale e dalla voglia di raccontarla, dai sentimenti dei giovani odierni a quelli degli anziani, dal bisogno di farcela e di non arrendersi mai, credendo ancora in un futuro possibile, anche per chi ha perso nel corso degli anni, ogni speranza, insieme a quelle certezze mancanti, una volta scontate. Confusione e mostri inesistenti o capi espiatori sui quali sfogare la propria rabbia e senso d’impotenza”.
“Abbiamo capito che il bianco e nero era più adatto per raccontare le periferie – dichiara -. Ovviamente abbiamo pensato a ‘L’odio’ di Mathieu Kassovitz. Secondo me quello che è successo nelle banlieue parigine vent’anni fa sta accadendo ora da noi”. “Il nuovo razzismo nasce dalla confusione, dal fraintendimento – aggiunge la sceneggiatrice Drudi – così come l’appartenenza di Benny all’estrema destra (incluso il saluto romano) pur essendo nero. Lui ha in testa un fascismo che non esiste, cerca un punto di riferimento, mentre Matteo è più rassegnato”.
“Lo fanno per essere accettati” spiega Tommaso ‘Er Piotta’ Zanello, autore delle quattro canzoni della colonna sonora, che ha visto nelle periferie romane ragazzi di colore aderire alla destra. Nel materiale di repertorio, ci sono anche l’ex sindaco Marino e la oggi candidata sindaco Giorgia Meloni, ma gli autori dichiarano: “Avevamo un po’ paura anche se si tratta di un attimo, perché il nostro non voleva essere un film politico, ma un racconto della realtà, su due ragazzi – e non potevamo raccontare di due giovani di sinistra - che cercano un futuro migliore”. Purtroppo, da decenni, anzi da sempre. Nel cast Ydalia Suarez (Alicia), Edoardo Purgatori (Stefano), Simone Sabani (Marco) e con la piccola Nicole Cadeddu (Mercedes) e con Cinzia Carrea (Fosca), Obikalu Valentine Prince (Omar), Giorgio Savino (Patrick), Gianluca Petrazzi (Slav), Giuseppe Milazzo Andreani (Maurizio), Alessandra Carlesi (Sonia), Rita Gatti (madre anziana), Sonia Migliaccio (Margherita), Davis Mocci, Francesco D'Agapito (tassista) e con Flavio Bucci (Virgilio), e con l'amichevole partecipazione di Vincenzo Peluso (Ingravallo) e con la partecipazione straordinaria di Giulio Base (Fuhrer). José de Arcangelo
Nelle sale italiane dal 28 aprile distribuito da Halley Pictures

Nessun commento: