mercoledì 13 aprile 2016

Margherita Buy e Claudia Gerini nemiche-amiche per un bambino nella commedia 'Buddy Buddy' al femminile di Luca Lucini "Nemiche per la pelle"

Una piacevole commedia ‘Buddy Buddy’ al femminile per Margherita Buy, dopo “Io e lei” di Maria Sole Tognazzi, stavolta assecondata e contrastata da una spumeggiante Claudia Gerini, in “Nemiche per la pelle” di Luca Lucini, e su un argomento non banale come l’affidamento ‘forzato’.
Infatti, il film racconta di due nemiche giurate, due donne opposte per temperamento e stile di vita che si ritrovano a condividere la più ‘incredibile’ delle eredità: il figlio del loro ex marito, avuto per giunta non si sa né dove né quando, anzi nemmeno da chi. Lucia (Buy) e Fabiola (Gerini) si conoscono da anni perché rivali in amore per Paolo ex marito di una e attuale marito dell’altra.
La morte del malcapitato Paolo (Stefano Santospago, che vediamo solo in flashback) sembra segnare l’ultimo momento che saranno costrette a dividere, ma Paolo che con loro due di figli non ne aveva mai voluti, forse colto da un sentore di quanto sarebbe potuto accadergli, ha lasciato al suo amico avvocato Stefano (un efficace Paolo Calabresi), nonché gestore delle finanze di Fabiola, una lettera in cui invita le due ‘nemiche’ a prendersi cura congiuntamente del bambino, Paolo junior (Jasper Cabal).
Lucia e Fabiola, entrambe inadeguate alla maternità – la prima si occupa amorevolmente degli animali come psicologa; l’altra solo di se stessa -, animate inizialmente dall’antico astio e da mere questione ereditarie, saranno costrette ad allearsi, anzi a diventare amiche. Quindi, ad unire le proprie forze per passare del tempo insieme e scopriranno, oltre tutte le evidenti differenze, che qualcosa, in fondo, le accomuna. Non per niente si dice che ‘i poli opposti si attraggono’.
“E’ stata una stupenda collaborazione con loro due – esordisce Lucini sulle protagoniste -, sono due donne e due attrici complementari, anche nelle loro voci. Mi sono ispirato alle grandi coppie del cinema dove tutto sembra funzionare perché insieme scatta qualcosa di magico. Un film fatto tutto da donne (la sceneggiatura di Doriana Leondeff e Francesca Manieri ndr.) perciò ho dato una tridimensionalità ai personaggi, e Claudia regala tanto al film perché ci voleva coraggio per disegnare un personaggio, a tratti sopra le righe, rischiando la macchietta. Una commedia dai personaggi profondi e su temi attuali, perché affronta molti aspetti d’attualità che riguardano le donne ma anche gli uomini”.
“Ho trovato immediatamente, alla prima lettura del copione – prosegue -, una forte empatia per le protagoniste di questa divertente storia. Era un affetto istintivo e sincero, mi sembrava di entrare in sintonia con il loro stato d’animo, le capivo, le volevo aiutare. Analizzando più in profondità il perché, mi sono reso conto che queste due donne raccontavano tanto della nostra società, del rapporto contemporaneo uomo-donna e soprattutto del moderno, e a volte complicato, rapporto con la maternità”.
“Collaboriamo all’educazione dei bambini come genitori – afferma la Gerini -, ma non sempre gli accogliamo con saggezza. Molte donne sono attaccate al denaro e alla carriera come il mio personaggio. Lucia invece è più spirituale, fa un lavoro delicato come la terapia degli animali, ha altri valori. La scoperta che l’ex marito è stato padre di un figlio di un’altra donna le sconvolge”.
“Sono personaggi diversi da noi – ribatte la Buy -, Lucia è una donna in camicione, che si prende solo cura del suo cane, ma il suo non è un egoismo camuffato. Sono due donne così diverse e ognuna si guarda dall’altra, ma ambedue guardano i bambini come merce. Mi divertiva una commedia che, come donna, mi offriva la possibilità di raccontare fatti e personaggi diversi in modo molto divertente”. “La loro è una maternità imposta – spiega Gerini -, dovevamo dare la visione di una situazione che nessuna delle due ha cercato perché è la volontà del marito che hanno avuto in comune. I nostri caratteri sono opposti. E il bambino (Cabal ndr.) è un vero professionista, sapeva sempre tutte le battute a memoria, anche se l’abbiamo fatto stare sul set fino a tardi, quasi mezzanotte, e mangiare solo pasta. Non ce l’aspettavamo”.
“Il mio personaggio dipende da Margherita – confessa Giampaolo Morelli, Giacomo che la corteggia, debole e insicuro -, con cui mi ha fatto grande piacere lavorare, e il film tratta temi d’attualità di grande importanza. Un artista senza talento, più infantile del bambino, in parte nevrotico, che con questo rapporto ha la possibilità di crescere ed evolversi”. “Una gioia interpretare un uomo senza midollo spinale – ribatte Calabresi -, di una realtà piena di maschietti ‘senza palle’ (definizione condivisa dal regista ndr.). Lui non riesce ad imporre la sua opinione, a tirare fuori le palle per una legge umanitaria non molto alta. Il film racconta la loro crescita, cosa improvvisa e inaspettata, ma non cercata”.
Dunque, una commedia che unisce l’utile al dilettevole, facendo riflettere su maternità, adozione e affidamento con tutte le sfumature del caso, e che sfrutta i contrasti di due personaggi e due attrici di solito ingabbiate in un cliché, e finora mai insieme sul grande schermo. Nel cast anche Gigio Morra (Attilio), Lucia Ragni (signora Innocenti), Andrea Bosca (Ruggero), Shi Yang Shi (Marco Chang), Pian Engleberth (suora), Federica Fracassi (Coralla), Bettina Giovannini (Melinda), Carola Stagnaro (acquirente), Chiara Tomarelli (Alberica), Renato Abbate (paziente). José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 14 aprile distribuito da Good Films in 200 copie

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