mercoledì 13 aprile 2016

"Un'estate in Provenza" di Rose Bosch, una vacanza 'forzata' per due adolescenti e un bambino dai 'nonni' Jean Reno e Anna Galiena

Piacevole commedia sentimental-brillante firmata dalla sceneggiatrice e regista Rose Bosch (“Vento di primavera”) per due ‘nonni’ d’eccezione, Jean Reno e Anna Galiena. Incentrato sul non
nuovo scontro generazionale, ma anche sul vecchio confronto campagna e città, “Un’estate in Provenza” recupera in modo efficace il rapporto nonni-nipoti che, soprattutto nelle metropoli contemporanea si sta, ingiustamente, perdendo quasi del tutto.
Nella serena campagna provenzale accarezzata dal maestrale arrivano dai nonni in vacanza ‘forzata’ gli adolescenti Léa (la rivelazione Chloé Jouannet), Adrien (Hugo Dessioux) e il fratellino Théo (Lukas Pelissier), sordo dalla nascita e quindi ancora muto. Infatti, non è la vacanza desiderata e nel giro di ventiquattro ore si scatena uno scontro generazionale col nonno Paul (un inedito ma sempre efficace Reno), un olivicoltore severo e burbero che non hanno mai conosciuto a causa di un vecchio conflitto familiare con la madre. In compenso, c’è l’amorevole e comprensiva nonna Irène (una sempre affascinante Galiena).
Pian piano, però, il passato ribelle e tempestoso (era un ‘rider’) di Paul riaffiora e i trasgressivi anni Settanta vengono a galla sullo sfondo dell’incantevole Provenza mettendo in luce il lato più umano e affettuoso dell’uomo. E le differenze che sembravano insormontabili, tra la vita di città e di campagna, man mano svaniscono e le due generazioni possono finalmente incontrarsi dando vita a una vacanza tanto imprevedibile quanto indimenticabile.
Passato in anteprima italiana al Lucca Film Festival (il 7 aprile), il lungometraggio si avvale di personaggi verosimili e di gustosi dialoghi, non privi di sana ironia e con un tocco di sottile malinconia, sottolineati da una colonna sonora anni Settanta doc davvero godibile (da “The Sound of Silence” di Simon & Garfunkel a “Venus” dei Shoking Blue, da “In a Summer Time” di Mongo Jerry a “Forever Young” di Bob Dylan, da “Knockin on Heavens Door” dei Gun’s N’ Roses a “Let The Sunshine In” dal musical “Hair”).
L’idea di partenza della commedia? “Dai miei nonni – afferma l’autrice, già sceneggiatrice di “1492 - La conquista del paradiso” di Ridley Scott -. Li ho conosciuti a stento ma ne conservo un ricordo poetico. E’ un gran vuoto. E poi avevo voglia di descrivere un conflitto generazionale tra nonni e nipoti. Amo il fatto che i nonni oggi siano gli hippy di ieri. Essi hanno protestato contro la guerra in Vietnam, contro il consumismo, sono stati a Woodstock… E’ un confronto interessante quello in atto con la generazione ‘Y’, ribelle ma molto consumista”.
Però il nonno della Bosch non era assolutamente ‘cool’, ma confessa “Sono cresciuta ad Avignone negli anni ’70. Quando ero bambina, si andava a vedere gli hippy in Place de l’Horloge. Era un po’ la loro Mecca. Erano giovani, belli, a piedi nudi. Ero affascinata.” E poi aggiunge: “Amo quest’epoca. Ho fatto scoprire a mio figlio di 14 anni Bob Dylan, i Deep Purple, i Pink Floyd, The Doors, gli Who, Joan Baez e una marea di altri artisti.”
Tutto vero e credibile - usa stereotipi e luoghi comuni del caso nel modo giusto -, almeno per chi come noi fa parte di quella generazione, ma il film è fruibile anche per i ‘nipoti’, perché è vivace e riscopre il piacere delle vacanze di una volta a contatto con la natura, con i sentimenti (amori adolescenziali inclusi) e le emozioni, vere. Completano il cast Tom Leeb (Tiago), Jean-Michel Noirey (Jean-Mi), Hughes Autray (Elie) e Charlotte de Turckheim (Laurette). La fotografia – che sottolinea le bellezze della Provenza - è firmata Stéphane Le Parc, il montaggio da Sam Danesi e la supervisione musicale da Elise Luguern. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 13 aprile distribuito da Nomad Film L'EDIZIONE ITALIANA “Un’estate in Provenza” – afferma il distributore italiano – rappresenta un felice tentativo di coniugare il genere commedia con un interessante spaccato generazionale. Il film pone particolare attenzione alla tematica del confronto tra generazioni e ai rapporti familiari, nonché alla questione delle differenze (uno dei bambini protagonisti è sordomuto dalla nascita: si tratta di un lavoro originale sia dal punto di vista stilistico sia per quanto riguarda l’attenzione a tematiche complesse, sapientemente inserite nella cornice di una commedia divertente e di qualità.
“Un’estate in Provenza” è stato doppiato in italiano, sottotitolato per non udenti e audio descritto per non vedenti. E’ la prima volta che la Nomad Film scende in campo per il sociale in maniera organica e sistematica, impegno che vuole mantenere anche in futuro.

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