giovedì 12 maggio 2016

Da Dubai arriva una commedia on the road su tre giovani amici che attraversano il mondo arabo, dagli Emirati a Beirut, inclusa la Siria in guerra: "Viaggio da Paura" di Alì F. Mostafa

Una commedia on the road targata Emirati Arabi Uniti, Giordania e Libano, prodotta da Paul Boboudjian e firmata dal trentacinquenne Alì F. Mostafa, di madre londinese e padre di Dubai, ma cresciuto negli Emirati. Dal tradizionale spunto degli amici in viaggio, un’esplorazione divertente e originale di un mondo arabo (metropolitano e benestante), se vogliamo musulmano, spesso definito
come qualcosa di monolitico, ma che in realtà offre una diversità di sfumature tradizionali e culturali, sociali e religiose, così come le troviamo nei paesi europei e nell’Occidente in generale. Tanto che, per dare più autenticità al tutto, l’autore ha voluto che gli interpreti avessero la stessa origine dei protagonisti della vicenda, ovvero dei paesi coproduttori. Omar (Fadi Rifaal), Rami (Shadi Alfons) e Yousef detto Jay (Fahad Albutairi), dopo anni di allontanamento a seguito della tragica morte dell’amico comune Hadi, decidono finalmente di
intraprendere il viaggio che avrebbero dovuto fare a suo tempo, da Abu Dhabi a Beirut, per visitare la tomba del caro amico. Omar è un personal trainer aspirante papà, Jay è un playboy con la passione del Dj, e Ramy un blogger attivista politico con 737 followers su Twitter. I tre giovani però devono partire di nascosto, chi dalla moglie prossima al parto, chi dalla madre ansiosa e apprensiva, chi da un padre-padrone potente e influente. Ma il simpatico trio al volante di una vistosa macchina dovrà
attraversare – guidando a turno – l’Arabia Saudita, la Giordania e la Siria, quindi ad un certo punto i giovani si troveranno in mezzo alla guerra. E, sequestrati da un gruppo di ribelli, rischieranno la vita e cominceranno a riconsiderare la loro visione del mondo, ma riusciranno a superare i pericolosi ostacoli soprattutto grazie a genitori ‘importanti’ e colpi di fortuna. Tra avventure rocambolesche, incontri esilaranti, ambigui equivoci e presa di coscienza riusciranno a raggiungere finalmente Beirut più forti e più uniti di prima.
“E’ una storia completamente di finzione – dichiara il regista a Roma per presentarla -, non realistica ma ispirata alla realtà, perché volevo renderla più verosimile possibile visto che i tre amici devono attraversare tre paesi e il film narra fatti che potrebbero accadere. La guerra è uno dei tanti ostacoli che devono affrontare tre arabi che hanno perso la loro identità di carattere e, dato che geograficamente bisogna attraversare la Siria, non entrare in un tema oggi caldissimo, sarebbe stato come nascondere un elefante sotto il tappeto.”
“Credo sia importante – afferma il distributore italiano – far vedere una commedia araba che, da Abu Dabi, lancia un messaggio di universalità, di aspirazione alla pace, soprattutto in questo momento, in cui bisogna prendersi una parentesi di riflessione.” “Volevo offrire un ritratto del mio popolo – riprende l’autore – e al tempo stesso universale, tramite tre personaggi reali non ancora cresciuti che devono affrontare tanti fronti e tutti insieme imparare a crescere”.
Quindi, una piacevole commedia (per tre quarti di film) che purtroppo rischia di impantanarsi – con episodi un po’ didascalici - proprio quando approda nella zona di guerra perché non è facile mantenere l’equilibrio di fronte ad un argomento così complesso e complicato, tanto più quando il conflitto pretenderebbe considerare, non solo i loro atteggiamenti anticonvenzionali, ma persino la loro amicizia una specie di tradimento. “Ho sempre avuto l’idea di realizzare un film on the road – confessa il regista – ambientato in Medio Oriente. Fin dal mio primo film drammatico, ‘City of Life’ (il suo primo lungometraggio ndr.), avrei voluto fare una commedia. Quando con i produttori, abbiamo discusso il progetto, ho
voluto seguire un percorso che fosse interessante per il pubblico arabo ma non solo. Ho scelto Abu Dhabi perché è la capitale degli EAE. Il mio film era stato girato a Dubai e per questo era per me importante partire da lì. Ho voluto raccontare come da Abu Dhabi a Beirut passando per la Siria, appena si attraversano i confini dei diversi paesi, il paesaggio e la cultura cambiano in modo forte e a volte radicale. Il mio obiettivo, in genere, è quello di rendere accessibile a ogni genere di pubblico i miei film. Con ‘Viaggio da paura’ ho cercato di fare proprio questo.”
Un’opera che si presenta all’insegna dell’universalità e con un messaggio di pace attraverso l’amicizia, appunto, in “un momento in cui il mondo arabo offre tantissime sfaccettature – dice il distributore italiano -, dove una minoranza fanatica sta condizionando una maggioranza accomunata dalla fede religiosa”. Ovviamente non mancano i riferimenti, soprattutto al cinema occidentale, dato che il giovane autore è cresciuto vedendo cinema europeo e americano, così come lo sceneggiatore Mohammed Hefzy (con Ashraf Hamdi, Ronnie Khalil e il regista) che è cresciuto in Inghilterra. Dal western, incluso lo ‘spaghetti’, alla commedia, appunto. Nel cast anche Madelina Zima (Samantha), Wonho Chung (Raed), Leem Lubany (Shadya), Maha Abou Ouf (madre di Rami), Yousra El Lozy (Arwa), Abdulmohsen Alnemr (padre di Yousef), Ahd Kamel (Rana), Christina Ulsparre (Julie), Iman Al Shaybani (Joanne). José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 12 maggio distribuito da Cineama

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