domenica 22 maggio 2016

La nuova coppia Russell Crowe-Ryan Gosling a Roma col regista Shane Black e il produttore Joel Silver per presentare "The Nice Guys" in anteprima, fuori concorso, al Festival di Cannes

Direttamente dal Festival di Cannes, approdati a Roma - “la casa spirituale del Gladiatore” come l’ha definita Russell Crowe, ecco l’attore col partner Ryan Gosling, il regista Shane Black e il produttore Joel Silver per presentare “The Nice Guys” in anteprima alla Croisette, fuori concorso. Arrivati alla conferenze stampa con un ritardo di un’ora, il quartetto si è subito mostrato allegro e disponibile.
Un commedia poliziesca, un noir divertente oppure una commedia nera. Come lo si voglia definire “The Nice Guys” è un mix esplosivo – in sala dal 1° giugno distribuito da Lucky Red – che funziona, diverte e coinvolge perché c’è mistero e corruzione, azione e giallo, sorrisi e spari, realtà e favola noir sui toni del ‘buddy movie”, reso popolarissimo negli anni ’60-’70 a Hollywood dalla coppia Walter Matthau-Jack Lemmon, e in Europa dai nostri Bud Spencer-Terence Hill, diventati beniamini del pubblico in tutto il mondo, dalla Germania al Giappone. Non è un caso se Shane Black, da sceneggiatore ventenne, ha creato la coppia che scoppia Mel Gibson-Danny Glover della saga “Arma letale”. La vicenda: nella Los Angeles degli anni Settanta, libertina e stravagante, misteriosa e trendy, l’investigatore privato Holland March (Gosling) e
il maturo e duro detective privato Jack Healy (Crowe) sono costretti ad allearsi per risolvere il caso di una ragazza scomparsa, apparentemente non collegato alla morte di una giovane e bellissima porno star (allora semi clandestino). Scopriranno, con l’aiuto a sorpresa dell’intelligente e intraprendente figlia adolescente di March, che quello che sembra soltanto un omicidio nasconde in realtà il caso del secolo. “C’è un filo dolce-amaro nella vita di Healy/Crowe – esordisce lo sceneggiatore regista -, come c’era anche nel ‘Gladiatore’, non ci sono vincitori né vinti, il protagonista se proprio non vince, trova una pace incerta, si lascia andare nel mondo torturato in cui si trova”.
“La mia carriera è la bellezza di fare l’attore – ribatte Crowe -, interpretare ruoli sempre diversi e interessanti, uomini che cambiano continuamente, quello che è cambiato è il fatto che una volta andavo sul set e trovavo registi più vecchi di me, oggi sempre più spesso il più vecchio sono io. Ci sono persone intrappolate nell’aspetto e vogliono interpretare sempre le stesse cose, per me non c’è nessun problema con l’età, se si tratta di interpretare un uomo coi capelli grigi o un settantenne, se ci fosse in cantiere il remake di “Sul lago dorato” (c’erano gli ultraottantenni Katharine Hepburn ed Henry Fonda ndr.) accetterei subito di farlo, quello che conta, la cosa più importante è la narrazione, la storia da raccontare”. Poi conferma che continua a suonare nella vecchia band, soprattutto a livello personale, non più in pubblico, anche se poi ammette che quando decidono di farlo non hanno problemi di pubblicità, “basta un annuncio su twitter ed è subito tutto esaurito”.
“La coppia e la storia sono frutto della fantasia di Shane – ribatte Gosling, a suo agio con la definizione ‘sexy’ sul manifesto perché gli piace -, i personaggi sono stati creati così sulla pagina, ed era già una sfida rappresentarli perché unici, come quelli dei film di Billy Wilder. Shane crea questi mondi che hanno un tono molto personale, lievemente surreale ma radicato nella realtà”. “Non abbiamo preso spunto né da Stanlio e Olio, né da Gianni e Pinotto, insomma da nessuno – conferma Crowe -, anche se, da cineasti e cinefili, li abbiamo visti e conosciuti tutti, ma abbiamo cercato di raggiungere e sviluppare quello che c’era già nella sceneggiatura”. “Ho cercato di fare, almeno spero, qualcosa di divertente in una situazione drammatica – riprende Gosling -, non capisco perché di solito venga fatta una sorta di asportazione chirurgica della comicità dai film drammatici. Spesso le cose comiche vengono buttate in sala di montaggio.
Invece, è bello farle perché capisci subito se funzionano. Infatti, questo elemento disarmante ha l’effetto di un cazzotto sia sul personaggio sia sullo spettatore, e lo sai subito se funziona e ne sei soddisfatto. Inoltre in questo modo ti sintonizzi meglio sul drammatico”. “Ne abbiamo parlato molto con Ryan – dice Crowe -, lui affronta con serietà anche la parte comica, sul set è concentrato sul lavoro, ma Shane ci ha dato anche tantissima libertà, non si atteneva a quello che era scritto sulla pagina, si fidava di noi, perché siamo rimasti fedeli allo spirito della storia. Comunque ci vuole la stessa fatica per un film comico, ma se ci pensate c’erano situazioni del genere anche ne ‘Il gladiatore’. Per esempio quando decapita un
uomo con due spade, anche se ne bastava una. Però non sono d’accordo si tratti di violenza da video game, perché il film è stato realizzato in modo fresco, per niente fittizio, se una macchina sfonda la parete di una casa lo fa veramente. I film di coppia hanno un aspetto da commedia, fisica e completa, che fa da contrappunto alla parte drammatica”. “E’ sbagliato pensare di fare film su un unico tono – precisa Black -, perché l’umorismo lo rende più interessante. Il nostro è un po’ autoreferenziale tanto che il personaggio afferma ‘alla fine non si è fatto male nessuno’, nonostante i morti ammazzati. Credo non si deva mettere limiti, anzi penso sia meglio trovare sempre un tono diverso”.
“Le donne del film rispettano la tradizione del noir – aggiunge -, il film ha molto a che fare col noir e con la favola, infatti, ci sono (nella festa in maschera ndr.) Pinocchio, l’unicorno, le principesse. E i protagonisti sono dei cavalieri che devono salvare la fanciulla, mentre nella città reale e corrotta troviamo la femme fatale e la figlia di March che si rivela più intelligente di loro”. E a proposito di “L.A. Confidential”, Crowe dichiara: “Kim Basinger nel cast non poteva non essere un riferimento, ma nient’altro. E’ stato bellissimo lavorare di nuovo insieme, dato che non la vedevo da dieci anni”.
Inoltre, sul rapporto uomo-donna dice che l’importante è l’equilibrio: “Se c’è rispetto reciproco, la coppia funziona; invece se uno dei due si comporta da leader tutto finisce, io penso si deva camminare insieme”. Poi aggiunge sulla sua prima esperienza da regista, “The Water Diviner”: “Non mi ero mai sentito più a mio agio sul set – confessa -, dare il ritmo e il movimento alla macchina da presa è la condizione ideale e voglio tornarci presto. Finora siamo alla fase noiosissima di quattro persone riunite intorno ad un tavolo per discutere, vediamo cosa mi propongono e cosa ne verrà fuori, perché io aspiro a diventare come Tiziano e avere una grandissima tela su cui dipingere”.
Invece, Gosling, sulla sua partecipazione al sequel di “Blade Runner”, non si sbottona: “Cominceremo molto presto, ma se dico una sola parola in più - vedete lassù -, c’è un cecchino pronto a spararmi”. Concludono sul fatto che dovranno affrontare rifacimenti, reboot e sequel. Infatti, Crowe è pronto a vestire i panni del Dottor Jekyll, ma assicura si tratterà di un piccolo ruolo nel film “La mummia”, una sorta di franchise con i ‘mostri’ della letteratura dell’Ottocento, incluso Frankenstein, e “se ci pensate – dice – in realtà si tratta di una questione di ambiente, a teatro si risale sul palcoscenico e si riprende ogni anno l’Amleto, al cinema invece questo sembra un problema. Comunque, si tratterà di qualcosa di completamente diverso; naturalmente è
una storia nota da tutti su cui si interviene a livello creativo; non vedetela dal punto di vista di Spencer Tracy (uno dei più celebri Jekyll ndr.), ma piuttosto da quello del protagonista di ‘Beautiful Mind’ (il suo film da Oscar ndr.), vedetela come una cosa nuova seguendo il percorso dei personaggi”. “Dipende da come vengono fatti – chiude Gosling -, ‘Blade Runner’ è un film che ho amato, così come delle serie televisive, i buoni remake, se vengono rivisitati con maggior profondità, spesso funzionano meglio, anche come terapia. Comunque, ho due film in preparazione per il prossimo anno e cercherò di convincere Silver a recitarvi”.
Infatti, tra una risposta e l’altra, entrambi i divi del cinema americano, l’uno australiano, l’altro canadese, si sono scambiati battute e ne hanno coinvolto il fortunato produttore, perché sembra che Silver abbia inscenato un video in cui urla contro i due attori perché non vanno su internet a promuovere il loro film: “Joel è veramente un grandissimo attore – afferma Gosling -, se andate su twitter lo potete ammirare, è fantastico. Inoltre sul set, a prescindere di quello che noi facevamo, lui lo faceva lontano dalla macchina da presa”. E Crowe rincara: “E, a proposito, l’Academy quest’anno ha messo in programma una nuova categoria: Miglior attore sui serial media”. José de Arcangelo

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