mercoledì 1 giugno 2016

Genitori e figli italiani a "Miami Beach" per unire l'utile al dilettevole con la complicità dei fratelli Vanzina che per l'occasione celebrano i quarant'anni di carriera e di successi

Come da qualche anno a questa parte, ‘a fine stagione’ arriva puntuale la nuova commedia corale ‘estiva’ dei fratelli Vanzina e per l’occasione Carlo (regista) ed Enrico (sceneggiatore) festeggiano i quarant’anni della loro carriera, prolifica e ricca di successi al botteghino. I fratelli più popolari del cinema italiano – sono loro i padri dei “Sapore di mare” e delle “Vacanze di Natale”, ovvero del ‘cinepanettone’ - cavalcano e anticipano mode e tendenze, cambi generazionali e luoghi di vacanze, generi e gusti del pubblico, sfruttando stereotipi e luoghi comuni.
E “Miami Beach” conferma la regola, visto che la celeberrima città della Florida, dopo essere diventata meta di pensionati, e pista di lancio per ‘emigrati’ e star latino americane, da qualche anno è la destinazione più ambita dei giovani italiani che hanno trovato il posto ideale dove unire l’utile al dilettevole, ovvero frequentare l’università in un luogo di eterna vacanza. La gradevole e garbata commedia romantica – sceneggiata come sempre col fratello Enrico Vanzina - racconta delle matricole Luca (Filippo Laganà), romano, figlio di Giovanni (Max Tortora) e Valentina (Camilla Tedeschi), milanese, figlia di Olivia (Paola Minaccioni). Durante il viaggio in aereo, Olivia e Giovanni litigano furiosamente, ma i loro figli non sanno ancora che si ritroveranno insieme nella stessa università. E tra i due, nonostante i genitori si odino, nascerà una tanto romantica quanto buffa storia d’amore.
Però a Miami arriva anche Giulia (Neva Leoni), ‘fuggita’, insieme alle sue amiche coetanee diciassettenni, per assistere al famoso concerto internazionale dei Dj. Ma c’è un problema, Giulia doveva andare in vacanza col padre Lorenzo (Ricky Memphis), e la sua nuova compagna, ed è scappata lasciandolo all’aeroporto di Roma, disperato. Lorenzo decide di partire anche lui per Miami e cercarla ma non sa dov’è, non parla inglese e non conosce la città. A quel punto chiede aiuto a un giovane scansafatiche italiano, Bobo (Emanuele Propizio), universitario fuoricorso col quale scoprirà la vita dei giovani nella metropoli sull’oceano. Nel frattempo, Giulia s’invaghisce di Filippo (Giampaolo Morelli), un agente immobiliare italiano e seduttore più grande di lei, al quale fa credere di essere una ventenne.
Infatti, Carlo (regista) ammette di scoprire nuove idee per i loro film durante i viaggi di lavoro o attraverso le figlie e i loro amici. L’attuale commedia è incentrata proprio sul rapporto genitori e figli, alle prese con l’ingresso nell’università e, per l’occasione, godersi qualche giorno di vacanza. E il riferimento è la commedia americana da college tra feste e locali, spiaggia e università. “E’ la nostra prima volta in un campus, anzi dei ragazzi italiani in una università americana – esordisce Carlo -, un padre costretto a fare scouting a Miami, fra locali, alberghi e università, sulla scia di Ben Stiller, ma la trama è molto italiana, soprattutto quella che riguarda Memphis e la figlia”. Qualche collega accenna a “Mio padre, che eroe!”, commedia francese anni Novanta con Gérard Depardieu, e il regista ribatte: “Io vado spesso al cinema, vedo tutto, e mi rimangono delle suggestioni che vengono fuori al momento giusto”.
“Ci sembrava presuntuoso fare un film sul college americano perciò abbiamo deciso di mettere anche i genitori, perché noi raccontiamo gli italiani. Però qui manca un protagonista, Gianpaolo Morelli, oggi assente per lavoro, e mi piace segnalare che ha interpretato il ruolo che abbiamo scritto per un attore che non era lui con classe e gentilezza. Un plauso anche alla signora Leone (che ha coprodotto per la Lotus Film con Rai Cinema ndr.) perché le è piaciuta l’idea del film”. Quando ho letto la sceneggiatura ho scoperto che il mio personaggio della signora era scritto in milanese – chiosa la Minaccioni – e per me è stata una sfida perché avevo un preciso immaginario comico. Era come passare dal caldo al freddo, ma il mio riferimento era Franca Valeri, visto che il dialetto per un attore non è solo un suono. L’ho fatto pensando a una stronza da tragedia greca e avevo tutte le possibilità perché Max era la mia vittima sul set e Camilla mi dava le dritte.”
“Ribadisco il complimento per la sceneggiatura – ribatte Tortora – perché è tutto giusto al momento giusto, dall’inizio alla fine. Insieme abbiamo concordato per lei la milanesità e io da buon romano ho qualche problema persino a fare l’italiano, altrimenti sarei stato come Celentano quando faceva il romano. Io sono romano e me lo tengo, come faceva Sordi – e rifà la voce del grande Albertone -. Farei dieci film all’anno con i Vanzina”. “Infatti, durante le riprese a Miami chiedevamo un commento al grande Alberto”, precisa Enrico. “A Neva avevamo già fatto un provino per ‘Genitori e figli’ – spiega il regista -, ma allora non veniva fuori, stavolta ha il personaggio giusto scritto apposta per lei. E’ stato difficile, invece, trovare il figlio per Max perché doveva essere piuttosto spiritoso. Conoscevo Rodolfo, non il figlio, ma Filippo si è rivelato molto bravo e spiritoso”.
“La prima volta non sono andata bene – dice Neva Leoni – e sono contenta di essere piaciuta la seconda, perché pensavo di non essere stata presa nemmeno stavolta, invece sono stata fortunata di lavorare con tutti loro, anche perché Filippo, Mariela e Camilla li conoscevo già. E’ stata una bella esperienza”. “Per me è stata una grande responsabilità – afferma Filippo Laganà – perché sono stato presentato da Tortora e da mio padre. Non potevo fare una brutta figura al provino. Con Neva abbiamo scoperto che abitavamo vicino, anzi nello stesso palazzo. Girare con loro è stato un sogno perché alle 15.00 vanno a casa e se gioca la Roma si fermano”. “Mi sono trovata bene con tutti e ringrazio i Vanzina per la possibilità che mi hanno offerto – ribatte Camilla Tedeschi, figlia di Corrado – e anche per me è stata una grande responsabilità dato il cognome che porto. Sono sampdoriana anche se l’eredità non si vede. Valentina è un po’ timida ma io non sono così apprensiva. Il milanese mi ha aiutato un po’, anche se avevo fatto dizione e me lo ero levato”.
“Un copione comico deve offrire la possibilità ad ognuno di portare del suo – precisa il regista – se ci sono cose che funzionano le tieni, altrimenti le togli. Christian De Sica, Paola e Max mettono sempre moltissimo di loro”. “C’è affetto fra loro – confessa Memphis sul rapporto tra il suo personaggio e Bobo -, anche reale. Sembra la solita banalità ma se hai davanti uno che repelli è difficile recitare”. “Al mio personaggio manca la figura paterna – ribatte Propizio -, ma io a Memphis gli voglio un sacco bene e i Vanzina erano d’accordo con me ed è andata bene, tanto che alla fine volevo dargli un bacio ma lui non ha voluto”. “Nel film ho parlato tre lingue – dice la cubana Mariela Garriga (Carmen la cameriera del bar), modella, ballerina e attrice – e per me è stata una sfida perché ad un certo punto il mio ‘cervello è andato pazzo’. Inoltre dovevo andare sui pattini, comunque è stata un’esperienza molto bella, i Vanzina sono aperti ai cambiamenti e ti ascoltano. Sono contenta di aver lavorato con Ricky anche se ad ogni ciak diceva una battuta diversa ed era difficile seguirlo”.
“Io sono svedese – dice la fotomodella Nina Strauss (la studentessa americana Jennifer), e mi trovavo a Roma perché amo l’Italia e nel mio paese fa molto freddo, quando la mia agente mi chiama e dice che c’è un provino. Sono contenta che sia andata così”. “Ringrazio i Vanzina per non aver preso l’aereo e per non essere andato a Miami perché le mie scene erano tutte in interni – scherza Alessio Del Mastro (Matteo, amico di Luca) -, ma non avevo mai fatto un ruolo comico e credo che qualcosa di giusto sia venuto fuori” . Insomma, “Miami Beach” non deluderà i fan dei fratelli Vanzina, perché la commedia è un gradino più su della loro media, la prima ambientata in un campus come tanta commedia hollywoodiana e disegna “lo scanzonato ritratto del mondo italiano che sogna all’estero quello che in Italia non riesce più a trovare: ottimismo, divertimento, sentimenti e voglia di vivere”.
Inoltre, le ‘nuove coppie’ Tortora-Minaccioni e Memphis-Propizio funzionano, anzi quest’ultima nel finale riesce persino a commuovere. Quindi tra sorrisi e sentimenti, amori giovanili e rapporti padre-figlio, uno spensierato passatempo. Oltre i sopracitati figli d’arte, recitano anche Carola Ripani (Franci) e Maria Vittoria Argenti (Betta). Fotografia di Enrico Lucidi, montaggio di Luca Montanari, scenografie di Serena Alberi, costumi di Valentina Mezzani, suono di Mirko Pantalla e musiche di Gianluca Misiti. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale dal 1° giugno distribuito da O1 Distribution in oltre 300 copie

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