giovedì 9 giugno 2016

Ritorna sul grande schermo il capolavoro del musical firmato Vincente Minnelli "Un americano a Parigi" con l'eccezionale coppia Gene Kelly-Leslie Caron, vincitore di sei premi Oscar

Ritorna finalmente in sala proposto da Cinema di Valerio De Paolis - dopo i grandi classici restaurati riproposti dalla Cineteca di Bologna e prima dell’omaggio a Jacques Tati per festeggiare
i sessant’anni di “Mio zio” con quattro suoi capolavori (dal 14 giugno, un progetto di Ripley’s Film), un vero capolavoro del musical, ovviamente splendidamente restaurato, firmato Vincente Minnelli con le indimenticabili musiche e canzoni di George (e Ira) Gershwin, le coreografia del ballerino, attore e regista Gene Kelly e che segnò il debutto dell’inimitabile, giovanissima,
Leslie Caron: “Un americano a Parigi” (1951), vincitore di ben sei premi Oscar, Miglior film (anche un Golden Globe), Migliore sceneggiatura (Alan Jay Lerner), Miglior fotografia (Alfred Gilks e John Alton), Miglior scenografia (Cedric Gibbons, E. Preston Ames, Edwin B. Willis, F. Keogh Gleason), Migliori costumi (Orry-Kelly, Walter Plunkett, Irene Sharaff), Migliore colonna sonora (Johnny Green e Saul Chaplin). Nomination per Minnelli, per il montaggio di Adrienne Fazan e un riconoscimento speciale per Kelly.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’americano Jerry Mulligan (Kelly), decide di restare a Parigi – magicamente ricostruita in studio - per dipingere ed esporre in strada i suoi quadri, a Montparnasse (dove abitava Modigliani). Vive in un appartamentino dove il letto e il tavolino rientrano nel soffitto e nella parete, anche perché nessuno compra i suoi dipinti, ma ha il sostegno dell’amico Adam Cook (un altro inimitabile Oscar Levant), un musicista-genio che suona tutti gli strumenti dell’orchestra, e di Henri Baurel (lo ‘chansonnier’ francese Georges Guétary).
Ma un giorno viene abbordato dalla ricca, attempata, signora americana Milo Roberts (Nina Foch, fino ad allora affascinante dark lady del grande schermo) che gli compra un quadro e lo inserisce nel mondo dei mercanti d’arte. Però poi conosce la giovane e graziosa commessa francese Lise Bouvier (Caron) e se ne innamora senza sapere che la ragazza sta per convolare a nozze con il suo amico Paul. Ma, alla fine, tutto si aggiusta e l’amore trionfa. Quindi, amore ed equivoci, arte e musica, favola e realtà si fondono in un mix esplosivo di suoni e colori, danze e canzoni che seduce ancora anche chi non ama il musical.
L’indimenticabile numero musicale che dà il titolo al film dura ben 17 minuti e si ispira visivamente ai maestri della pittura Duffy, Renoir, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Utrillo e Rousseau. José de Arcangelo
(5 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 9 giugno distribuito da Cinema di Valerio De Paolis

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