mercoledì 6 luglio 2016

O1 Distribution compie 15 anni e presenta il suo nuovo listino al 70 per cento italiano, ma ci sono anche film internazionali e d'autore

Compie 15 anni… di grande cinema O1 Distribution di Rai Cinema e per l’occasione ha presentato un listino coi fiocchi, almeno sulla carta e stando ai nomi di autori e protagonisti del cinema italiano e internazionale.
Però a sostegno del successo degli ultimi in cui si è imposta come leader italiana del settore (produzione e distribuzione tra il terzo e quarto posto), subito dopo le major americane ‘of course’, sono i numeri. Infatti, i risultati raggiunti con un listino composto prevalentemente da film italiani (circa il 70% dei titoli del 2015) di cui molti d’autore. Fatto 100 l’incasso annuale del solo cinema italiano, la quota di mercato di O1 del cinema italiano oscilla negli ultimi anni tra il 35 e il 40%.
La percentuale dei titoli italiani nel listino è cresciuta negli anni: nel 2002 più della metà del listino era composto da film stranieri, nel 2015 le opere italiane hanno raggiunto circa il 70%. Però non tutti i film coprodotti/finanziati da Rai Cinema vengono distribuiti da O1 Distribution (infatti molte opere prime e produzioni indipendenti non trovano nemmeno piccoli distributori). Dal 2013 ad oggi sono ben 145 i titoli che Rai Cinema ha contribuito a realizzare arrivate nelle sale grazie ad altre società come Bim, Lucky Red, Fandango, Good Films, Eagle Pictures, Teodora, Cinema, Bolero, Officine Ubu, Notorious Pictures, Microcinema, Koch Media, Parthénos, Videa e Istituto Luce – Cinecittà. Questo significa aprire ulteriormente il mercato, la collaborazione con diversi distributori offre vitalità e opportunità a tutto il sistema industriale, purtroppo non sempre aggiungiamo noi.
Negli ultimi anni – spiega il comunicato – c’è stato un incremento dei film coprodotti reso possibile dall’aumento del budget d’investimento destinato alla produzione e dalla riduzione di quello dedicato all’acquisizione dei film stranieri. Un confronto: nel 2004 si investiva nel cinema di produzione una cifra di circa 30milioni di euro, nel 2015 si è arrivata a investirne 65, e nel 2016 ben 70milioni di euro. Infine, nel quadriennio 2013-2016 Rai Cinema ha contribuito a realizzare 225 film per un investimento complessivo di oltre 245milioni di euro. Di questi, 100 film tra opere prime e
seconde. Nello stesso quadriennio ha finanziato 160 film della realtà e ha collaborato con 200 società di produzione e 335 registi. Ma quello che conta per noi e per voi, è il nuovo listino che, secondo i responsabili del settore, si rivela impegnativo e adatto ad ogni pubblico e ad ogni segmento di esercizio. “Caratterizzato da un’offerta differenziata, dalla ricerca delle storie e dei nuovi talenti, e con il consueto spazio dedicato al prodotto internazionale, funzionale a renderlo più forte”.
Ricco il programma dei film italiani, tra impegno e divertimento, commedia e dramma, passato e presente. Attesissimo il secondo lungometraggio di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che dopo la sorpresa de “La mafia uccide solo d’estate” torna ancora indietro nel tempo con “In guerra per amore”, ambientata tra New York e la Sicilia nel 1943. La travagliata storia d’amore di Arturo e Flora, infatti, i due si amano ma lei è promessa sposa al figlio di un importante boss. Luca Miniero porta la sua nuova commedia - “Non c’è più religione” - sull’Italia di oggi, multietnica e senza figli, che si arrangia come può. E anche il presepe vivente diventa specchio della società.
Molte attesa anche l’opera seconda di Sydney Sibilia, sorta di sequel in commedia: “Smetto quando voglio – Reloaded”. Gabriele Muccino torna in Italia ma riparte subito per l’America con “L’estate addosso”, infatti il diciottenne Marco, grazie ad un improvviso colpo di scena del destino riceve un risarcimento che gli consentirà di partire per San Francisco per iscriversi all’Università, però con suo grande disappunto anche Maria, una compagna di liceo soprannominata ‘la Suora’, partirà alla volta della sua stessa meta, anzi ospite della stessa coppia di amici.
Ferzan Ozpetek, per "Rosso Istanbul", torna invece in Turchia per raccontare la storia dello scrittore Orhan Sahi, che vive all’estero da anni e ritorna a Istanbul su invito del famoso regista Deniz Soysal per lavorare al suo libro. Deniz vive in famiglia, ormai al crepuscolo della ricchezza, in uno yali sul Bosforo. E Orhan, fin dal primo giorno, si trova avvolto in una fitta tela di relazioni complesse e misteriose.
Anche Giovanni Veronesi tenta la commedia di attualità con “Non è un paese per giovani” con Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo e Sara Serraiocco. Se ne stanno andando. Tutti. E insieme a loro se ne va la bellezza, l’avventura, l’entusiasmo, l’amore e il futuro del nostro Paese. Sono i ragazzi italiani, tecnologicamente connessi tra di loro come mai prima ma sparpagliati nel mondo alla ricerca di un luogo dove diventare grandi. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, emigravano operai e contadini; oggi laureati e specializzati, la storia evolve ma si ripete.
Kim Rossi Stuart, di nuovo protagonista e regista, per “L’intelligenza del maschio” con Camilla Diana, Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi. Dopo aver lasciato con enormi sforzi la sua prima compagna, Vittorio conosce successivamente altre due donne. Sembrano ogni volta esperienze diverse ma, alla fine, i meccanismi che portano alla rottura si ripetono. Ancora commedia con “Al posto tuo” di Max Croci con Luca Argentero e Stefano Fresi, sono due direttori creativi di due aziende di ceramiche e sanitari sull’orlo della fusione: Luca è affascinante, single, ha successo con le donne ed è un estroso architetto; Rocco è sposato, ha tre
figli, una casa in campagna, ed è un preciso geometra perennemente a dieta. Ma dovranno ‘scambiarsi’ le vite. E “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni con il regista Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Arturo Bruni, Emanuele Propizio e Donatella Finocchiaro. Il ventiduenne Alessandro è trasteverino ignorante e turbolento; l’ottantacinquenne Giorgio è un poeta dimenticato. I due vivono vicini ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro accetta suo magrado di fare l’accompagnatore di quell’elegante signore in passeggiate pomeridiane.
Mentre Cristina Comencini porta in primo piano con “Qualcosa di nuovo” due attrici protagoniste, Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, reduce del successo di “La pazza gioia”, nelle vicende di due amiche di sempre, Lucia e Maria, la prima ha chiuso col genere maschile e l’altra invece non riesce a farne a meno; Marco Ponti torna con i personaggi di “Io che amo solo te”, con gli stessi Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, alle prese con “La cena di Natale” tanto agitata quanto emozionante.
Il cinema d’autore doc è presente con “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio, presentato in anteprima al Festival di Cannes, storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla; “La verità sta in cielo” de Roberto Faenza con Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Greta Scarano e Valentina Lodovini, sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, un caso ancora irrisolto. E Gianni Amelio in “La tenerezza” racconta la storia di due famiglie in una Napoli inedita, lontana
dalle periferie, una città borghese dove il benessere può mutarsi in tragedia, anche quando la speranza è a portata di mano. Sentimenti che si incrociano tra il sorriso e la violenza. Infine, Francesco Amato a quattro anni da “Cosimo e Nicole”, firma un’originale e inconsueta storia nel cinema italiano, “Lasciati andare”, con Toni Servillo nel ruolo di uno psicanalista ebreo di pura scuola freudiana, Elia, famoso per la sua aria ieratica e distaccata che genera immediata soggezione nei pazienti. Ma, dopo un lieve malore, il medico gli prescrive una dieta ferrea e
attività sportiva per buttare giù i chili di troppo. E’ così che conosce Claudia, una personal trainer con il culto del corpo ma molto meno della mente. Tra i film stranieri, l’ultima fatica di Martin Scorsese “Silence” con Liam Neeson, Andrew Garfield e Adam Driver. Dall’omonimo romando di Shusaku Endo, la storia di due missionari gesuiti alle prese con un viaggio ricco di insidie nel Giappone del 17° secolo per ritrovare il proprio mentore e indagare su presunte persecuzioni religiose.
Da un altro famoso romanzo di Paula Hawkins, è tratto il thriller “La ragazza del treno” firmato da Tate Taylor con Emily Blunt e Rebecca Ferguson. Devastata dal recente divorzio, Rachel passa il tempo a fantasticare sulla coppia apparentemente perfetta che vive in una casa che vede ogni giorno dal treno che la porta al lavoro, fino a quando una mattina vede qualcosa di sconvolgente e si trova improvvisamente coinvolta in un caso tanto misterioso quanto inquietante.
Gary Ross (da “Pleasantville” a “Hunger Games”) in “Free State of Jones” racconta l’incredibile storia vera di Newt Knight (Matthew McConaughey), il contadino del Sud degli States che, durante la Guerra Civile Americana, si ribellò all’esercito confederato. Dalle sue nozze con l’ex schiava Rachel nascerà la prima comunità di razza mista del dopoguerra. Lo spagnolo J.A. Bayona (da “The Orphanage” a “The Impossible”) affronta il famoso romanzo di Patrick Ness “A Monster Calls” con un supercast: Sigourney Weaver, Felicity Jones, Liam Neeson, Lewis MacDougall, Toby Kebbell e Geraldine Chaplin. Il dodicenne Connor, tenta di affrontare la malattia della madre e il bullismo
dei compagni di scuola, rifugiandosi in un mondo fantastico di fiabe e mostri che gli permetteranno di scoprire il coraggio, la perdita, la fede. E poi “La La Land” di Damien Chazelle con Ryan Gosling ed Emma Stone, un musical ambientato nell’odierna Los Angeles, cronaca di una burrascosa storia d’amore; “Tulip Fever” di Justin Chadwick con Christoph Waltz, la neo premio Oscar Alicia Vikander, Dane DeHaan e Judi Dench. Nel XVII secolo, Amsterdam vive il suo momento d’oro legato al fenomeno economico chiamato ‘Tulip
Fever’, infatti si credeva che questo fiore esotico avesse la capacità di creare o distruggere fortune. In questa cornice il ricco mercante Cornelis Sandvoort, la giovane moglie Sophia e il pittore Jan Van Loos. Luc Besson torna alla regia con “Valerian e la città dei mille pianeti” con Dane De Haan, Cara Delevingne, Rihanna, Ethan Hawke e John Goodman, trasformando il fumetto ‘Valerian e Laureline’ in un’epica saga di fantascienza.
Ultimo, ma il primo a uscire (il 25 agosto), l’argentino “Il clan” di Pablo Trapero, presentato in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e vincitore del Leone d'Argento per la migliore regia. Nell’Argentina degli anni Ottanta, la storia (vera) di quella che all’apparenza è una famiglia come le altre che vive nel tranquillo paesino residenziale di San Isidro, ma che in realtà è un vero e proprio clan che si guadagna da vivere con i sequestri di persona. Il patriarca è interpretato da Guillermo Francella, un grande comico che negli ultimi trent’anni si è rivelato uno dei più grandi attori del piccolo e del grande schermo. José de Arcangelo

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