giovedì 8 settembre 2016

"Il fiume ha sempre ragione" di Silvio Soldini ci porta in un affascinante viaggio alla ricerca della magia della parola con Casiraghy e Weiss

Arriva nelle sale l’ultima opera di Silvio Soldini “Il fiume ha sempre ragione”, un documentario originale e godibilissimo sugli ultimi ‘editori artigiani’ che ci fa riscoprire l’amore per la carta, la scrittura e la stampa come si faceva una volta, quando il digitale (dal pc al tablet per finire con l’e-book) era fantascienza. E, soprattutto, la poesia.
In anteprima mondiale al Biografilm Festival / International Celebration of Lives, il film ha due protagonisti, due editori che stampano in modo artigianale spinti dalla passione e per amore dell’arte (poesia e disegno). Proprio come Johannes Gutenberg, Alberto Casiraghy ha trasformato la sua casa di Osnago in una vera ‘bottega’ editoriale: con una vecchia macchina a caratteri mobili (per lo più di legno) stampa piccoli e preziosi libri di poesia e aforismi.
Non molto lontano, oltre il confine svizzero, Josef Weiss per realizzare le sue edizioni artistiche unisce la sensibilità del grafico con la tecnica del restauratore. Due sorprendenti e gustosi incontri che Soldini – nei suoi film sempre in bilico tra realtà e finzione, dramma e commedia – ce li mostra, appunto, come in una commedia esistenziale restituendo un ritratto al tempo stesso realistico e poetico di due artisti-artigiani che hanno scelto di fare un mestiere antico in un mondo ultra moderno e hanno conquistato il successo più grande, imparare a tessere la più eterna delle magie, quella delle parole.
L’autore di “Un’anima divisa in due” (1993) e “Pani e tulipani” (2000), ma anche di “Giorni e nuvole” (2007) e “Il comandante e la cicogna” (2012), partendo da un’idea di Giovanni Bonoldi, coinvolge e conquista anche lo spettatore meno curioso e appassionato seguendo questi due personaggi ‘unici’ che dedicano il tempo e la loro vita a restituirci il fascino della parola scritta e stampata, quel fascino che computer, cellulare, e-book e via dicendo, non riescono a rievocare. “Come sempre mi accade con i documentari – scrive l’autore nelle note -, la cosa eccezionale è stato immergersi in un mondo nuovo, il mondo di Alberto e Josef, e conoscerli da vicino, nei loro spazi e nei loro tempi. Sono entrato in punta di piedi e mi
sono messo in un angolo a osservarli con calma per raggiungere il mio primo obiettivo: arrivare a cogliere la poesia dei loro gesti. Il fascino per il loro lavoro e per la cura con cui lo affrontano è stata la molla iniziale, ma solo adeguandomi al loro ritmo ho capito la forza del loro rapporto con la vita, che li fa essere personaggi straordinari e unici nella loro apparentemente umile e profonda umanità. Portatori, tra l’altro, di un messaggio di enorme valore – se guardiamo i valori che prevalgono oggi in un mondo sempre più veloce, poco attento e violento. In un certo senso il fiume ha sempre ragione è diventato, senza che me ne accorgessi, una poesia, un inno alla bellezza e alla creatività”.
Nel documentario, oltre Casiraghy e Weiss, appaiono anche Sara Elena Rossetti, Costanza Agnese, Roberto Bernasconi, Gaetano Orazio, Elena Gerasi, Massimo Monteleoni, Loredana Muller, Giuliana Weiss. Contribuiscono alla riuscita di questa co-produzione fra Italia e Svizzera, il direttore della fotografia Sabina Bologna (assistenti cameraman Daniele Lucca e Daniele De Piccoli) e la montatrice Carlotta Cristiani (assistente Matteo Mossi). Suono Giovanni Isgrò. Suono e missaggio Massimo Mariani. Colori Riccardo Annoni e Stefano Barozzi. Prodotto da Elda Guidinetti e Andrés Pfaeffli per Ventura Film in co-produzione con RSI Radiotelevisione svizzera, con il supporto di Canton Ticino, Filmplus, Succès Cinema, Succès passage antenne SRGSSR e con il patrocinio di Confindustria di Lecco e Sondrio Confindustria. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dall’8 settembre distribuito da I Wonder Pictures

Nessun commento: