giovedì 13 ottobre 2016

"Go with Me", un thriller-western contemporaneo e mozzafiato dello svedese Daniel Alfredson con Anthony Hopkins

Presentato l’anno scorso nella selezione ufficiale dei Festival Internazionali di Venezia, Austin, San Diego e Stoccolma, arriva ora nei cinema italiani il secondo film americano dello svedese
Daniel Alfredson (fratello di Thomas), “Go with Me” (Blackway), tratto dal libro di Castle Freeman Jr. e sceneggiato da Joe Gagemi e Gregory Jacobs, col premio Oscar Anthony Hopkins, Julia Stiles e Ray Liotta. Un thriller mozzafiato costruito come un western contemporaneo, teso e potente, su un tema non nuovo, ma raccontato in un crescendo di indignazione e rabbia, implose fino all’esplosione liberatoria del finale.
Lilian (Stiles), una giovane da poco tornata a vivere nella sua cittadina natale, una comunità di taglialegna ai limiti della foresta, è vittima delle persecuzioni di Blackway (Liotta), un ex poliziotto diventato potente e prepotente criminale, libero di spadroneggiare impunemente in questo luogo ai confini della civiltà e, nel nevoso inverno, isolato dal mondo. Dopo essere stata abbandonata dagli abitanti, in particolare dallo sceriffo (le consiglia di tornarsene da dove era venuta), Lilian decide invece di continuare a lottare contro il pericoloso
stalker, con l’aiuto di un ex taglialegna, Lester (Hopkins), e del suo giovane assistente Nate (Alexander Ludwig), gli unici due uomini tanto coraggiosi quanto folli da mettersi contro l’impunito criminale. Infatti, l’ambientazione e l’impianto quasi teatrale ricordano certi western di Raoul Walsh, o comunque anni Cinquanta, dove una comunità tanto ostile quanto la natura, lasciano solo – in questo caso sola – un innocente più per paura e sottomissione che per voler proprio.
“Ritengo che ‘Go with Me’ – dice il regista de “La ragazza che giocava col fuoco” e “La regina dei castelli di carta” – sia simile a un western classico. In effetti, ha tutti gli elementi di questo genere. Persone buone e cattive. Un momento che rappresenta un punto di non ritorno per tutti i protagonisti. E non ci sono assolutamente situazioni concilianti. Sono sempre stato un grande ammiratore di ‘Cuore di tenebra’ di Joesph Conrad. Per come la vedo io, i nostri eroi si trovano
vicini all’oscurità più totale. Ed è per questo che ho deciso di fare il film. Oltre ai quattro protagonisti, considero il territorio e gli ambienti in cui abbiamo girato (in Canada) come il quinto personaggio”. Perché è l’ambiente (ottime atmosfere del direttore della fotografia Rasmus Videbaek) a influenzare decisioni e azioni di tutti i personaggi, spesso costretti dal freddo e dalla neve a rifugiarsi in spazi claustrofobici, dove cresce la voglia di vendetta, anzi del fare giustizia da sé.
Precedentemente, Alfredson aveva diretto Anthony Hopkins in “Il caso Freddy Heineken” (Kidnapping Freddy Heineken, 2012) con Sam Worthington. Nel cast anche Lochlyn Munro (Murdock), Steve Bacic (Fitzgerald), Aleks Paunovic (Skell), Aaron Pearl (Scotty Cavanaugh), Chris Gauthier (Chris) e il veterano Hal Holbrook (Whizzer). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 13 ottobre distribuito da Microcinema Distribuzione in collaborazione con Minerva Pictures

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