sabato 26 novembre 2016

Tre generazioni di donne in commedia al femminile: una figlia adolescente transgender, la mamma etero e la nonna lesbica: "3 Generations - Una famiglia quasi perfetta" di Gaby Dellal

Presentata in anteprima ad Alice nella Città – la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma – arriva ora in sala la riuscita commedia di Gaby Dellal, e da lei stessa sceneggiata con Nikole Beckwith: “3 Generations - Una famiglia quasi perfetta”. Una storia di grande attualità, un’età con le sue ansie e paure come l’adolescenza, una ricerca d’identità sessuale, e un rapporto fra tre generazioni di donne, figlia, mamma
e nonna. “About Ray” (titolo originale) racconta, infatti, la storia di tre donne della stessa famiglia newyorkese, appartenenti a tre generazioni differenti, appunto, e di come la trasformazione di una di loro influisca sulle altre. Ray (Elle Fanning, sorella di Dakota, da “Mi chiamo Sam” a “Maleficent”) è un’adolescente che sente il
desiderio di diventare un ragazzo ma, ovviamente, non è un capriccio perché sono corpo e anima a pretenderlo. Sua madre single, Maggie (l’attivissima e brava Naomi Watts), deve quindi rintracciare il padre biologico per ottenere il consenso legale per il ‘cambiamento’, visto che Ray è minorenne. Dolly (una sempre diversa Susan Sarandon), la nonna lesbica, ha una compagna e qualche difficoltà ad accettare la scelta di sua nipote transgender. Tutte e tre si ritrovano a dover fare i conti con la propria identità per comprendere la trasformazione di Ray e ritrovare la serenità e l’equilibrio della famiglia al femminile.
Un delicato e credibile racconto di vita in una commedia in bilico tra divertimento e ironia, sentimenti e conflitti, che ha avuto dei problemi, soprattutto con il distributore ovvero The Weinstein Company, che ha preteso qualche taglio ma che, per fortuna, non hanno intaccato l’anima (il contenuto) del film. Nell’autunno 2012, la regista Gaby Dellal e la produttrice Dorothy Berwin hanno iniziato a ragionare sulla sceneggiatura e sui temi centrali. In quanto donne etero, raccontare di una famiglia con un ragazzino
transgender, implicava necessariamente fare le dovute ricerche per mettere in scena una storia che fosse autentica e rispondente alle esperienze di ragazzi transgender e delle loro famiglie. Le loro fonti hanno incluso persone, organizzazioni, documentari e, naturalmente, blog e materiale web della comunità transgender. Perciò rapporti e situazioni sono credibili e godibili per lo spettatore, indirettamente invitato a riflettere su quello che è ormai constatato scientificamente non è una ‘malattia’ né una ‘perversione’ come volevano un tempo pregiudizi e ignoranza.
“Per il teatro, scrivo farse sulle vostre paure più oscure – confessa la sceneggiatrice Beckwith -. Sta tutto nel modo di gestirle. Mi piace prendere sentimenti ed esperienze e trasformarli in qualcosa di positivo di cui le persone possano ridere. Tutti amano riconoscersi nelle commedie, aiuta ad interessarsi alla storia”. “Mi interessava mettere nella stessa casa tre generazioni – ribatte la regista – di cui uno dei membri è una femmina che si sente un ragazzo. La nonna doveva vivere un rapporto appagante e di lunga durata con la sua compagna conquistato dopo anni di falsità, poiché ai tempi della sua giovinezza (gli anni ’60-’70 ndr.) essere
lesbica non era un’opzione possibile. Al contrario, la sua nipotina adolescente ha già fatto outing come transgender e vuole cominciare fisicamente la transizione. La nonna non riesce a farsene una ragione, al contrario della madre etero e single di Ray che fa del suo meglio per tirar su suo figlio transgender”. Nel cast Linda Emond (Frances, la compagna della nonna), Tate Donovan (Craig, il padre), Sam Trammell (Matthew, fratello e cognato), uno dei protagonisti del serial “True Blood”; Andrew Polk (Dr. Brillstein), Tessa Albertson (Spoon). José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 24 novembre distribuito da Videa

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