venerdì 3 febbraio 2017

Una notte senza fine tutt'azione per il premio Oscar Jamie Foxx e Michelle Monaghan in "Sleepless - Il giustiziere" di Baran Bo Odar

Efficace ma convenzionale thriller tutto azione per il premio Oscar Jamie Foxx, visto che coinvolge e intrattiene lo spettatore meno esigente, visto che la storia non è originale – e non solo perché si tratta del
rifacimento del francese “Nuit Blanche” a sua volta ispirato lontanamente ispirato ai noir di Melville – e viene da lontano, soprattutto perché la forma è quella tradizionale, senza sorprese né disegni psicologici per personaggi, appena accennati. “Sleepless - Il giustiziere” dello svizzero Baran Bo Odar (“Who Am I” e “Il silenzio”), infatti, fin dal sottotitolo italiano ha come riferimento i classici anni Settanta – da Siegel e Friedkin per arrivare al successivo Michael Mann – e, per esasperare inseguimenti, scazzottate e sparatorie,
utilizza i mezzi che offrono le nuove tecnologie digitali. Però mancano le vere emozioni che fanno grande il cinema di qualsiasi genere. Il tenente della polizia di Las Vegas, Vincent Downs (Foxx) - dato che agisce sottocopertura - si ritrova accidentalmente coinvolto nella scomparsa di una grossa partita di droga che attira contro di lui l’ira di due boss del crimine locale. L’uno, Stan Rubino (Dermot Mulroney), proprietario del casinò Luxus (interamente ricostruito, sotto la supervisione dello scenografo Tim Grimes, ad Atlanta) temendo la spietata reazione
dell’altro, Rob Novak (l’attore Scoot McNairy che proviene dal cinema indipendente), fa rapire il figlio quattordicenne di Vincent (Octavius J. Johnson), promettendo di liberarlo soltanto dopo la restituzione della cocaina. Inoltre, i suoi atteggiamenti e la sua reazione sul caso, fanno insospettire l’ispettore degli affari interni Jennifer Bryant (un’inedita Michelle Monaghan), e per Vincent inizia così una corsa contro il tempo e una lotta su due fronti per poter salvarlo.
Tutto in una notte senza fine – parafrasando i titoli di due classici del cinema hollywoodiano – dove regnano sovrane azione e violenza, rabbia e disperazione, scontri a fuoco e a mani nude – anche con la poliziotta che lo crede corrotto – e , quindi, la pellicola offre agli appassionati dell’action movie, un’ora e mezza di spettacolo dove trovano posto crudeltà e sentimenti, risse e scontri a fuoco, confusione e caos (pubblico e privato). Probabilmente, la sceneggiatrice candidata all’Oscar per “Straight Outta Compton”, Andrea Berloff, stavolta non è sentita sufficientemente ispirata dalla storia ‘originale’ di Frédéric Jardin, Nicolas Saada e Olivier Douyère. Peccato.
“Volevo far sembrare Vincent – dice il protagonista Jamie Foxx – un uomo del tutto comune, come quelli che si incontrano quotidianamente per strada. Vive in un luogo dove tutto sembra disperato. Vorrebbe tornare con la sua donna. Vorrebbe fare il bene di suo figlio. Allo stesso tempo è messo alle strette, e c’è questo tipo che lo insegue (lo scagnozzo del boss ndr.), una specie di Terminator, che non si fermerà davanti a niente”. Accanto ai protagonisti ci sono anche David Harbour (Dennison), Gabrielle Union (Dena Downs, la moglie), da “Bad Boys II” a “The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo”, e attivissima in tivù fin dagli anni Novanta; Tim Connolly (McFerrin) e Drew Sheer (Anderson) José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 2 febbraio distribuito da Notorious Pictures

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