venerdì 31 marzo 2017

Al suo secondo lungometraggio, Claudio Amendola regista fa centro con un noir teso e coinvolgente: "Il permesso" con Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè

Nel secondo lungometraggio da regista, l’attore Claudio Amendola passa dalla commedia (l’opera prima “La mossa del pinguino”) al dramma poliziesco, anzi al noir italiano con sicuro mestiere, in un dramma che si
conferma più sulle sue corde: “Il permesso”, da un soggetto di Giancarlo De Cataldo (già autore di “Romanzo criminale” e “Suburra”), da lui sceneggiato con Roberto Jannone e lo stesso Amendola. Escono dal carcere di Civitavecchia, con un permesso di 48 ore, il maturo Luigi (sempre Amendola), Donato (un Luca Argentero impegnato in un ruolo isolito), i giovani Angelo (Giacomo Ferrara) e Rossana (Valentina Bellè), i quattro finiti in prigione per diversi motivi, dove devono ancora scontare il loro debito con la giustizia. Ora sono fuori e devono decidere in che modo consumare le poche ore a loro concesse. Tra vendetta
e redenzione, riscatto e amore, ognuno dovrà fare i conti con una realtà che, mentre erano dentro, è cambiata. Luigi deciso a intraprendere una nuova vita, dovrà però salvare il figlio che, volendolo imitare, si è messo contro il più spietato boss della zona; Donato, alla ricerca della moglie, costretta a prostituirsi chissà dove, sarà costretto ad affrontare un pericoloso criminale; il giovane Angelo, finito in galera per rapina non ha denunciato i suoi amici-complici ma vuole cambiare strada; mentre la borghese Rossana, fermata
all’aeroporto di ritorno dal Brasile con due chili di droga, dovrà risolvere il suo conflittuale rapporto con la madre, ma è decisa a non rientrare in prigione. Quattro storie raccontate contemporaneamente, dure e crude, i cui protagonisti agiscono sempre e comunque spinti dall’amore: “per un figlio, per la donna, per un amore da trovare” e, infatti, le vicende dei due giovani finiranno per intrecciarsi e, forse, proprio l’amore salverà e aiuterà loro ad affrontare insieme un futuro di speranza.
“La struttura a incastro della sceneggiatura – scrive Amendola nelle note di regia – mi ha molto colpito e affascinato, credo che contribuisca a tenere alta la tensione senza, spero, distrarre lo spettatore. Molto importante il lavoro fatto da Maurizio Calvesi (il direttore della fotografia ndr.), che ha illuminato questa storia con sfumature diverse per i quattro protagonisti rendendo l’immagine del film cruda e violenta, ma allo stesso tempo dolce e malinconica. Valentina Bellè e Giacomo Ferrara hanno regalato ai loro personaggi qualcosa in più di quanto avessimo scritto, li hanno resi veri e vivi, mettendoci tantissimo impegno e tanta anima: li ringrazio per questo”.
“Un discorso a parte merita Luca Argentero – prosegue -, che ha accettato la scommessa di uscire da personaggi che ormai conosce alla perfezione per affrontare un ruolo difficile e rischioso; lo ha fatto nel migliore dei modi con grandi sacrifici e dedizione e ha centrato in pieno l’obiettivo. Una nota particolare la voglio dedicare al montaggio di Roberto Siciliano. La struttura della sceneggiatura ci permetteva di ‘giocare’ con il montaggio ed è stato un lavoro molto istruttivo. Per me è stata una grande esperienza che, ancora una volta, mi ha ricordato l’immensa fortuna che abbiamo noi che facciamo questo mestiere”. Tutto questo è vero perché si vede. “Il permesso”, coinvolge ed emoziona, non dimentica lo sfondo sociale né
ha cadute di tono né sbavature e gli attori sono tutti azzeccati e ben diretti, tanto da offrire il meglio di loro, e confermando che Bellè e Ferrara sono pronti per affrontare ruoli da protagonisti assoluti anche sul grande schermo (provengono da esperienze anche importanti nelle fiction). Peccato qualche particolare stonato (tra cui il nastro adesivo sulla ferita sanguinante) che rischiano di offuscare il tono realistico, dolente e malinconico, dell’intero film. Però il film di Amendola è ben al di sopra della media del nostro cinema, senza dimenticare il pubblico, cosa che accade spesso. Un regista onesto e generoso.
Nel cast anche Antonino Iuorio (Sasà), Valentina Sperlì (Charlotte, madre di Rossana), Ivan Franek (Goran), Alessandra Roca (Rita, moglie di Luigi), Simone Liberati (Michele), Massimo De Santis (Gaetano), Silvia Degrandi (Paola), Stefano Rabatti (Liska), Andrea Carpenzano (Sercio), Davide Argenti (Gomma), Gerry Mastrodomenico (Walter) e Alice Pagani (Ludmila). Le musiche sono di Paolo Vivaldi. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 30 marzo distribuito da Eagle Pictures

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