sabato 1 aprile 2017

Dal blog al libro e al film, ecco "La verità vi spiego sull'amore" di Max Croci, una commedia pop-sofisticata su misura di Ambra Angiolini

Max Croci torna alla commedia - dopo “Poli opposti” e “Al posto tuo” -, ancora corale, ma al femminile e con una protagonista che viene dal social web – il blog di successo TiAsmo - e dal romanzo omonimo di Enrica Tesio: “La verità, vi spiego, sull’amore (Mondadori), sulle infinite sfumature dell’Amore. Il tocco è sempre quello leggero, piacevole, più pop che sofisticato – il riferimento è la commedia classica americana (Wasp da bianco, anglosassone e protestante), il ritmo vivace e senza tempi morti. Però sembra che il regista
anziché adattare le web serie al cinema, abbia provato il contrario, visto che sta sempre addosso alla protagonista che guarda e si rivolge spesso alla telecamera, quindi allo spettatore/trice. E, in parte, il gioco funziona. La vita di Dora (Ambra Angiolini, in un ruolo che sembra cucito addosso) viene sconvolta quando il compagno Davide (Massimo Poggio) la lascia dopo sette anni di relazione e due figli piccoli: Pietro di cinque anni e
Anna, di uno. Travolta dalla routine quotidiana bambini/lavoro (al Museo Egizio di Torino), Dora si rifiuta di elaborare il lutto sentimentale (il marito è andato via, e dato che lavora a Milano ci resta), finché non è costretta a raccontare la verità a Pietro, il quale crede ancora che il papà sia via solo per lavoro. Spinta dall’amica del cuore, Sara (Carolina Crescentini poco sfruttata), single e disimpegnata, trova finalmente la forza di reagire. Il primo passo sarà riappropriarsi del proprio tempo assumendo l’insolito babysitter Simone (Edoardo Pesce, il più incisivo e credibile), poeta-bidello e nuovo innamorato di Sara.
Intorno a loro si muove un’umanità variopinta – in maggioranza borghese -, tra cui le nonne Roberta (Giuliana De Sio, paterna) e Mimì (Pia Engleberth, materna) – le caratterizzazioni più riuscite -, la prima che non si arrende al passar del tempo ed è sempre a caccia di uomini più giovani, la seconda, ex sessantottina borghese, anzi radical chic come la figlia, ora ambientalista ortodossa. Adattato da Federico Sperindei, se il punto di vista è “vero” e femminile, visto che è quello dell’autrice di blog e libro – collaboratrice alla sceneggiatura con Corrado Trioni -, manca l’autoironia, tanto da credere che non saranno
in molte le spettatrici ad identificarsi con la protagonista, magari con le situazioni. C’è però un’ironia di fondo destinata soprattutto al ‘coro’, e dato l’ambiente sociale, non diventa mai un ‘dramedy’ perché le conseguenze (dell’amore?) non sfiorano nemmeno il dramma. Anche se si parla d’amore, un sentimento spesso ‘inspiegabile’ per cui ci voleva, forse, quel gusto dolce-amaro, tipico della commedia italiana doc. “Una delle parole più usate al mondo – dice il regista nelle note a questo proposito -, ma troppo spesso utilizzata in maniera superficiale o addirittura detta a caso o con
leggerezza, nemmeno fosse un’emoticon con cui chiudere un messaggio di WhatsApp. Il nostro film si basa su fatti realmente accaduti, ‘veri’, dal momento che si ispira ad un blog di grande successo divenuto poi un romanzo. Attenzione però: non si tratta di un Tutorial su come amare o essere amati, ma la semplice messa in scena di quanto avvenuto a Dora, giovane donna e madre abbandonata dal compagno, Davide, dopo una relazione di sette anni. Normale, direte in molti… Un dramma che si consuma sotto i nostri occhi quasi tutti i giorni, certo… Che diventa però una scoppiettante commedia attraverso le parole e lo spirito di Dora”.
Enrica Tesio ribatte: “Quando ho aperto il blog, dopo la separazione, in molti hanno parlato di ‘scrittura terapeutica’. Poi è venuto il romanzo e alla fine il film. Non so se ha funzionato ma certamente è stata la terapia più lunga e intensa della storia moderna. Roba che avrebbe rimesso in sesto anche l’indiano del ‘Nido del cuculo’. Quello che ho capito è che se qualcuno ti ha piantata la cosa migliore che puoi fare è dare frutti, trasformare qualcosa di potenzialmente deprimente in un’esperienza piena. Essere lasciati, soprattutto con dei figli piccoli, acuisce i densi: quello di inadeguatezza, di abbandono, di colpa, ma se
sei un po’ fortunato anche quello dell’umorismo. Io quel senso dell’umorismo l’ho ritrovato in tutte le persone che hanno lavorato a questo film. Persone che condividono con me un romanticismo un po’ cialtrone, quel ‘ridere nel pianto’ che è poi, qualche volta, l’amore”. E forse è proprio questo che rende il film allegro e spensierato, piacevole e per niente noioso, perché l’obiettivo non è far ridere per forza, ma sorridere sinceramente, anche perché le scene sono vivaci e veloci come i siparietti sul web.
Nel film recita anche Maurizio Di Carmine (il nonno), Gabriele Anagni (Enea) e c’è una partecipazione di Arisa (e la canzone inedita “Ho perso l’amore). Il direttore della fotografia è Fabio Zamarion, lo scenografo Walter Caprara e la costumista Alessandra Robbiati. Firma il montaggio Giuseppe Trepiccione, il suono in presa diretta Guido Spizzico e le musiche originali Alessandro Faro. José de Arcangelo
(2 + stelle su 5) Nelle sale italiane dal 30 marzo distribuito da Notorious

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