giovedì 25 luglio 2019

"Midsommar - Il villaggio de dannati" del visionario Ari Aster: un horror dalla bella cornice, inquietante ma non troppo

Dopo “Hereditary - Le radici del male”, Ari Aster firma un nuovo e ambizioso (durata 2 ore e 20’) horror, “Midsommar – Il villaggio dei dannati”, riuscito solo dal punto di vista visivo, formale e tecnico, ma deludente nel risultato, dato che la sceneggiatura si rivela un’accozzaglia di
idee sprecate su una storia non del tutto originale e il sottotitolo italiano depista lo spettatore), fra antiche comunità-sette e rituali sessual-letali. Più interessante l’inquietante prologo che sembra anticipare quel che non arriva mai, anzi forse, soltanto alla fine, quando si accosta al genere.
Dani (Florence Pugh di “Lady Macbeth”) e Christian (Jack Reynor) formano una giovane coppia americana in crisi dopo una tragedia familiare che sconvolge la vita di lei, infatti solo il dolore sembra tenerli insieme. Ed è a questo punto che Dani decide di unirsi a Christian e ai suoi riluttanti amici in un viaggio che ha come meta un festival estivo in un remoto villaggio svedese (ma il film è stato girato in Ungheria), da
dove proviene uno degli amici studenti. Ma ciò che inizia come una spensierata avventura estiva nella terra della luce eterna, prende una svolta sinistra quando gli abitanti del villaggio invitano i loro giovani ospiti a partecipare alle festività che rendono quel paradiso pastorale sempre più misterioso e inquietante. Quindi, ci troviamo davanti ad una sorta di fiaba nera, un sogno che diventa incubo, di un mondo oscuro in pieno sole. Infatti, il fascino del film è tutto o quasi nell’ambientazione, nel contrasto fra l’oscurità dei riti e la luminosità del paesaggio e dei colorati costumi folk degli
abitanti del luogo, disegni floreali su bianco immacolato. E anche stavolta l’autore dichiara che lo spunto originale è sempre preso in prestito da vicende autobiografiche. Se in “Hereditary” partiva dai conflitti famigliari, stavolta l’idea proviene dalla fine di un sofferto rapporto di coppia. Inoltre, Aster ha fatto delle ricerche sulle tradizioni folkloristiche svedesi, inglesi e tedesche, consultando di tutto, da “The Golden Bough” di James Frazer – uno studio antropologico sul paganesimo – alle saghe spirituali di filosofi come Rudolf Steiner.
“L’immagine iniziale che ha catalizzato ‘Midsommar’ – dice lo sceneggiatore e regista – implicava il rogo sacrificale di un tempio. Mi sono emozionato all’idea di inserire il film in un nuovo scenario, dando una svolta operistica a quella sorta di finale catartico che si vede di solito nei film, quando la protagonista abbandonata brucia la scatola contenente tutti gli oggetti raccolti nel corso della relazione da cui si è finalmente liberata”.
Nel cast anche Will Poulter (Mark), William Jackson Harper (Josh), Vilhelm Blongren (Pelle), Archie Madekwe (Simon), Hampus Hallberg (Ingemar), Bjorn Andresen (Dan), Lars Varinger (Sten) e Liv Mjones (Ulla). La fotografia è firmata Pawel Pogorzelski e le scenografie dallo svedese Henrik Svensson. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 25 luglio 2019 distribuito da Eagle Pictures

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